martedì 29 marzo 2011

RI/CONOSCERSI


'Conoscenza ' è vocabolo forte,e non importa segnalarlo nel campo semantico di matrice biblica,dove pericolosamente si avvicina alla nozione di intimita' fisica.

Prendiamolo a mezza via,nella sua accezione di 'rivelazione,empatia,illuminazione,ecc...'

Cosa c'è di piu' gratificante del 'conoscere ' e dell'essere 'riconosciuti'?

Basti pensare alla dolcezza che si prova nel ritrovare le tracce di un vecchio amico/a.

Di qualcuno che ti ha visto,ti legge,ti interpreta senza soluzioni di continuita'.

Nella bolgia 'liquida ' e globalizzata di questo stralunato duemilaeundici, l'anonimato che schiaccia è malattia,l'obbedienza illogica non è mai stata una virtu', e qui diviene invece ancora di sopravvivenza,motivo di pane quotidiano.

Ahime',la liberta',che fatica.

Ri /conoscere ed essere ri/conosciuti è forse il momento piu' autentico dell'aggregazione,occasionale o programmata.

Piccolo esempio,le creazioni di gruppi e gruppetti,su parole d'ordine deboli:sport,rivendicazioni spicciole,piccole velleita' identitarie che a sera,chiuso il portone di casa,sfumano.

Bisognerebbe costruire mappe della memoria,dei ri/conoscimenti piccoli e meno piccoli,per orientarsi nella geografia del futuro.

Decodificarle,giudicarle,ricucirle,per costruire una toponomastica reale.

Che non è quella delle carte ufficiali,e questo si sapeva da tempo.


lunedì 28 marzo 2011

PRIMO,GUAI NOMINARLA



Negli anni ottanta si parlava di scuola con energica allegria,magari troppo,sui treni dei pendolari,nelle latterie,quando si portavano i bambini all'asilo, al mattino nelle nebbie della bassa.

Il diritto allo studio era neppure un problema,semplicemente un dato storico acquisito.

I talenti si pensavano ricchezza.

Il fervore delle idee e la capacita' individuale ancora osservabile e giudicabile.

L'autorevolezza riconosciuta.

O forse,è il ricordo che rende benevolo il gia' vissuto,e lo sbatte in faccia al presente.

Di fatto,pero',di scuola ora nessuno parla piu'.

Si parla di precariato.

Di 'tenere' le belve.

Di 'mobbing'.

Di genitori .

Di accorpamenti.

Di tagli.

Di disgusti.

Di predicato nominale .

Di qualche progettucolo che galleggia qua e la'.


Si è chiusa un'epoca e non se ne vede una nuova.

Forse solo fuori dalle mura, in luoghi diversi,sara' possibile ridisegnare mappe.

lunedì 21 marzo 2011

UNA GRAN BRUTTA STORIA



Ditemi qualunquista,ma la questione libica è una gran brutta storia.
Gran brutta storia,quella del'Occidente che si fa garante di diritti nelle terre intrise di petrolio.
Gran brutta tentazione quella dei Francesi, che hanno nel DNA il vizietto del colonialismo imperialista,non essendo ancora risarciti nell'amor proprio dalla questione algerina.
Gran brutta storia quella di un 'Italia che passa,ufficialmente,in quindici giorni, da un' accoglienza sviscerata ai bombardamenti.
'Tripoli,bel suol d'amor
.........'
'Eurovietnam'possibile:questo il vocabolo coniato da Vittorio Zucconi nel suo editoriale di ieri.
E da qua si capisce poco.
Non si distingue benissimo tutto il panorama di una sacrosanta levata di scudi alla Storia di un popolo che chiede liberta' e diritti.
Soprattutto non se ne distinguono,ammesso che ci siano, i profittatori che possono agire dietro le quinte.
Tutte le armi, da dove arrivano?
E' facile,come gia' accaduto,parlare di 'obiettivi sensibili' come preoccupazione prioritaria.
Quali obiettivi sono sensibili?
Lampedusa che scoppia e pare non sensibilizzi troppo nessuno?
I civili che sicuramente ci resteranno,come in tutti i giochi alla guerra che regimi imbelli,trafficanti corrotti e 'quaquaraqua'd'occasione metteranno in scena,riimpaginando vecchi copioni?


sabato 12 marzo 2011

QUEL GRAN SOLE


Il sole di Hiroshima ha accompagnato la memoria storica della mia generazione,ne ha guidati i tabu'.
Primo fra tutti, la guerra.
Abbiamo creduto che i patti del secondo dopoguerra fossero tutele reali.
Abbiamo vissuto con allegria,nel pieno di noi,nonostante gli inevitabili drammi storici e generazionali,il nostro tempo.
Ritorna nella tragedia sismica giapponese lo spettro del gran sole di Hiroshima.
Dove l'uomo guerreggia con se stesso e si fa e si disfa,neppure nel giro di due generazioni.
Trepidiamo,convinti che nell'ipotesi della fissione nucleare in atto dall'errore di funzionamento della centrale di Fukushima stia un'incognita terribile ,guardiamo la crosta del mondo che si corruga,mentre ribollono le sue viscere,si spaccano citta' ,si sciolgono come latta autoveicoli e navi,e il mare si leva,alto, incontenibile.

martedì 8 marzo 2011

GRAZIE DANIELE




Da una lettera al Direttore di DANIELE TREMATORE del Liceo 'V.Gioberti 'di Torino su 'La Stampa ' di oggi:




' Quando la scuola fa sognare e da il buon esempio.

.....Che la storia delle donne nella cultura e nella vita civile sia stata una storia di emarginazione,tutti piu' o meno lo sanno.
.........
nella mia classe durante le lezioni di fisica,nonostante il programma e le poche ore a disposizione,la nostra professoressa ci ha insegnato a gettare lo sguardo sulla vita e sul talento delle donne scienziato che......
.....
:dai premi Nobel per la medicina Barbara Mc Clintock(1983) per la scoperta dei trasposoni e Rita Levi Montalcini (1986) per il fattore di crescita delle cellule nervose(Ngf),al caso di Lise Meitner che-a differenza di Otto Han che ricevette nel 1944 il Premio Nobel per la Chimica-non fu premiata sebbene per prima forni' la spiegazione teorica della fissione nucleare;a quello ancora piu' emblematico di Rosalind Franklin,le cui scoperte sul DNA furono oscurate dai piu' famosi James Watson e Francis Crick,entrambi Premi Nobel per la Medicina nel 1982.

......... '
Grazie,Daniele,che bel regalo per questo 8 Marzo.


domenica 6 marzo 2011

IL TEMPO DI PIERROT


Coriandoli di una civilta',vecchia Europa assediata e languente.
Cosa vedremo,cosa c'è alle porte del nostro futuro e cosa esibira' la vecchia Signora per salvare il suo passato,perche' di presente ne ha cosi' poco.
Pulsa il nuovo nelle vene di chi va per strada,guarda e vive.
Simulacri di rottami arrugginiti non coprono l'urgenza dei giorni,ancora poco e sara' piu' chiara la direzione.
Alle porte dell'Europa preme un 'onda di popoli,
dentro il vecchio continente premono onde incontenibili che ribollono come il vino nuovo nei tini.
Onde esterne e interne di inquietudini che cercano soluzioni,giovani che di diritto chiedono le redini del futuro.


Pierrot si apparta a guardare, e una lacrima calda gli scivola sulla guancia reclinata. Assapora dolce la nenia della sera,che prelude ad un giorno nuovo e uguale,con la curiosita' dell'attesa.

giovedì 3 marzo 2011

RICONNETTIAMOLI


A forza di connettersi,sono talmente sconnessi che non sai dove cercare le loro sinapsi neuronali sparse in giro per gli ambienti.
Loro gli eterni quindici-sedici-... ettenni del terzo millennio in itinere.
Riconnettiamoli.
Diamo il senso del limite,del silenzio,del tatto,della vista e dell'udito.
La profondita' della parola nello spazio e nel tempo,la realta' di una carezza.
Connessi perennemente all'armamentario d'uso,accessoriati e tribali,facciamoli ballare ad un buon ritmo.
Che ci stia dentro almeno un pizzico di senso,un fil di fumo all'orizzonte,un valore piccolo cosi'.
Domani non è mio,è nostro.
Sei meno meno è quanto basta per sopravvivere,ma dopo la curva c'è il mare.