


Nell'imbarbarimento generale-fatico,con quel po' di storia che ho studiato in tempi passati a visualizzare un'altra epoca cosi' a catafascio,forse l'Eta' longobarda- vige una consuetudine nella vita associativa,negli ambienti di lavoro e cittadini.
La legge del 'si dice'.
No, non è l'amabile oppure odioso gossip , patinato, o di carta scadente.
E' la legge del ristagno di malignità che la moderna sociologia ha gia' a suo tempo definito con termini strani:'mobbing', ''stalking', e cosi' via.
Ho capito da tempo che funziona in questo modo: due o tre sfigati- mi si perdoni- cominciano a sussurrare,non avendo di meglio da fare, alle spalle di un soggetto.
In genere il soggetto:
a) si distingue per qualcosa che sa fare bene o che lo evidenzia in qualche modo sul contesto(magari anche solo un lavoro silenzioso e corretto)
b) viene 'annusato' in un momento di fragilita'
c) viene 'colpito' in qualche errore che deve aver commesso,laddove questo genere di 'errori ' è abituale consuetudine di quasi tutti, ma non si evidenzia in condizioni ordinarie
d) viene preso 'dentro' un meccanismo in cui è costretto a dibattersi dall'interno, cioe' con la stessa semantica dell'ambiente che lo ha generato,senza scappatoie
e) nasce in ambienti asfittici, privi di aperture culturali e di autorevolezze illuminanti
f)si conclude con l'estromissione del soggetto dal contesto, supportata da giustificazioni di normale buonsenso.
f)si conclude con l'estromissione del soggetto dal contesto, supportata da giustificazioni di normale buonsenso.
C'è una buona arma contro questi meccanismi:l'ironia.
Ma se necessaria,anche la tutela sindacale.
Chi ne fosse coinvolto, provi intanto a raccontarsela e a riderci su .
E' possibile vincere?
Certo,anche se poi si puo' correre il rischio di dover consolare gli sfigati di turno che hanno provato l'avventura eroicomica del persecutore e sono rimasti a bocca asciutta.
ore 17