domenica 31 agosto 2008

TRIBU' CHE NON BALLANO


Mai come durante l'estate 2008 ho visto scarseggiare aggregazioni all'aperto di ballerini.
Quando vedevo gente che ballava,i ballabili romagnoli o altro,all'aperto sotto la luce della luna o di pochi lampioni, sulle terrazze delle pensioncine o davanti ai bar, mi ricordavo sempre della mia nonna paterna.
La nonna Pia, di cui ho poi tanto parlato,rimasta vedova a ventisette anni, personaggio eroico come solo certe donne del primo Novecento sapevano esserlo,fedele al marito per sempre,aveva allevato due figli maschi con coraggio e dignità.
La sua figura comunicava pulizia e qualcosa di selvatico.
Bene, da giovinetta la nonna Pia era una gran ballerina.
Quando ero bambina mi raccontava che piu' di una volta era scappata di casa, alla sera, per andare a ballare nelle aie dei vicini,perche' amava i walzer , e tutto il ballabile.
Mi raccontava questo ed altro.
Dicevo, mai come in questa estate 2008 ho visto languire i balli all'aperto,qua attorno-
Niente sulle terraze delle pensioncine, niente davanti ai bar, niente nei cortili.
Solo un centro sociale per anziani ci ha provato, come d'usanza ,ma meno del solito.
Aggregazioni di massa, notti stravolte, fideismi di diversi colori, 'querelle' su progetti piu' onirici che reali.
Il ballo,all'aperto, zero.
Se il regista Monicelli dice da Venezia che l' Italia è un paese triste,dove, tra l'altro, neppure si balla piu', devo aggiungere che concordo.
Forse nel chiuso delle palestre, nei corsi a pagamento, nelle sedute psicoterapiche per disagiati ci sara' chi provvedera' al recupero.
Tempo di recuperi, pesantemente incombenti sulle nostre tasche.
Non era meglio pensarci prima?

sabato 30 agosto 2008

CHI CI CREDE?


Se c'è una caratteristica interessante che i riminesi hanno è che sono smaliziati.
Figli di un paesone di frontiera, allenati dal destino a sopravvivere e a prendere poca roba sul serio.
Credo di avercela anch 'io un po'questa caratteristica, oltre ad essere moralista e bacchettona di natura.
Calando queste due 'doti' nel mondo della scrittura ne vien fuori un disastro,qualcosa da arsenico e vecchi merletti.
Fattosta' che approvo invece sempre, incoraggio tantissimo tutti quelli che scrivono, scarabocchiano , pubblicano, presentano.
Mi diceva un amico di un suo parente, tal ragioniere del triveneto, che si è pubblicato a sue spese un improbabile lunghissimo romanzo, con un titolone che toglie il respiro.Gli ho chiesto di darmene una copia, ma non ne ha avuto il coraggio.

Io le battute smaliziate e il senso critico li alleno su me stessa,gli altri mi fanno sempre una gran tenerezza..
Ma,dico, capiro' prima o poi se tutte queste cose che scrivo valgono qualcosa?
Datemi un centro di gravità permanente,una giuria severa, per favore, che' dopo staro' meglio.Non ditemi che è solo questione di timidezza, è questione anche di crederci per bene, di vivere in un ambiente in cui altri ci credono.
Pane ,amore e fantasia non sono sufficienti, ci vuole la serieta' del giudizio perche' un progetto trovi linfa per andare avanti..

Ciononostante, la vita corre e ci si adegua.
Insomma, un bel panegirico per dire che ho tre appuntamenti e sono costretta a gettarli nel web:

il 6 SETTEMBRE,uno spazio alla storica Festa del Borgo di San Giuliano di Rimini, in cui ci sara' un reading serale,tra i tanti, con accompagnamento di fisarmonica, di alcuni miei testi

il 9 SETTEMBRE, alle ore 18 saro' ospite con 'Pane a colazione' alla BIBLIOTECA SAN GIOVANNI di Pesaro

il 24 SETTEMBRE alle ore 17 ,sempre con 'Pane a colazione', alla BIBLIOTECA ARIOSTEA di Ferrara.

Fine dell'annuncio

martedì 26 agosto 2008

IL SOLE ALTO,A CESENA



A Cesena, gironzolando per arrivare alla sede della Società editrice il Ponte Vecchio, mi sono un po' perduta tra i vicoli del rione San Rocco.
Il sole a picco,la luce,la memoria un po' offuscata,cosi' ho chiesto informazioni ad una signora,che ho visto seduta su una sedia in un cortile.
Appena iniziato il dialogo, è spuntata dalla casa di detto cortile una piccola truppa di bellissimi bambini di colore, i maschietti fieri e ribelli, le bambine che girovagavano su improbabili tricicoli, con delle pettinature da brivido, delle codine ricciutissime, con nastri e occhioni ridenti.
Tutti in perfetta salute e tranquillita'.
Sara' stato il sole che mi ha abbagliato?
Ma che, erano vivi e vegeti e ridevano e trafficavano come i matti in quel cortile.Due adulti, sempre di colore, stavano di spalle e parlavano tra di loro.
La signora mi ha spiegato con grazia la strada.
Non so che situazione di piccola collettivita' fosse quella.
Mi ha fatto bene al cuore,era un'immagine a se stante, come un medaglione.
Fuori dai giochi di risciacquatura di coscienze di tutti noi, che andiamo a cercare nel cuore dell'antico continente africano motivi per sentirci buoni.
Fuori dalle storture pietistiche,dagli scaricabarile,dai tir di medicinali scaduti e di ipocrisie .Fuori dallo straniamento e dalla paralisi di quegli ufficiosi cinquecentomila profughi somali nello Yemen recitati dalla tivu' ieri sera in tarda serata.
Fuori dall'ultima scenetta di infimo ordine dell'estate adriatica,da quello che sentiremo domattina, appena accesa la radio.
A volte i medaglioni sono lucciole , ricuciture di un tempo perduto,profezie di un futuro vicino..
Era un medaglione, in un cortile,in un pomeriggio assolato della provincia italiana.
No, non era mercoledi' e non pioveva,se proprio vogliamo ricordare Marino Moretti.

lunedì 25 agosto 2008

SE PARLIAMO DI CARTA IGIENICA


Allora,pare che la carta igienica nelle scuole del Suditalia sia scarsa.Forse le strutture in generale lo sono.
Del resto,facendo un po' di outing, devo confessare che ho lavorato quasi quindici anni in una scuola di Rimini, la capitale del turismo europeo, dove i finestroni erano oscurati da orribili tapparelle fisse, inchiodate alle pareti esterne con viti che il vento di mare gelido e sibilante aveva ridotto a grumi di ruggine.
Oltre ad impedire un uso corretto della luce naturale e stancare i nostri occhi di intellettuali da strapazzo, le dette tapparelle rischiavano di cadere sulle teste degli ignari appartenenti alla collettività.
Sono ancora li', mi risulta.
Mentre sono comparsi, in loco,sul territorio circostante, i primi casi denunciati di richiesta di pizzo.
Figurarsi andando in giu' lungo lo stivale, cosa si vedra' di questo genere di cose.
Ma i docenti meridionali cosa c'entrano?
Perche' devono fare questi corsi, annunciati, disdetti, contraddetti, risicati a mezze labbra?
Mi risulta che la migliore storiografia meridionalista abbia fatto le teste di intere generazioni passate sui banchi,per dire una cosa razzista a caso.
I colleghi meridionali,poi , mi hanno fatto sempre sentire una orfanella, tipo Giulietta degli spiriti che vaga.Loro, pignoli, precisi, preparati, etici,sempre secchioni,magari eccessivamente analitici.
Lo spirito che va all'appoggio', al parassitismo è cosa nota di tutto il pubblico impiego meridionale e non solo,ha radici storiche ed è quasi un mito nazionalpopolare.
Ma nel sangue del nosto meridione, tra i banchi di scuola, si è fatta la nostra linfa migliore,se proprio vogliamo essere razzisti.
Meglio se una Ministro di formazione forense si fosse fatta venire qualche bella idee per incoraggiare quelli rimasti a combattere sul campo , proteggerli,favorirli, attrezzarli di strumenti per la diffusione della legalità.
Perche' ormai,il Madeinitaly è un po' troppo in odor di Cosa Nostra,al Sud come al Nord.
Lo dice una che ormai non sa piu' dove girarsi.
Cercasi identita' regionale, disperatamente.
Magari al suono lamentoso di una fisarmonica,un po' etnica,ma che non mi canti il 'liscio' romagnolo, che in questo momento non mi va.

domenica 24 agosto 2008

TUTTI PAZZI PER SPEEDY


Incline naturalmente alle gaffes, ho detto semiseria alla padrona:-Il quartiere è tutto preso da Speedy, accipicchia, è quasi un caso-
E via, fino alla china, come in genere succede sullo scivolo delle gaffes.
Del resto, Speedy se lo merita.
E' un cagnolino che se ne sta tutto il giorno a cercare briciole di affetto da chiunque passi.Ben nutrito,ma sempre solo.Piccolo e nero, un musino dolcissimo, due occhietti vivaci.
Non c'è persona nel quartiere che non si fermi per Speedy.
Le badanti fermano le carrozzelle degli infermi,i muratori albanesi del residence difronte gli raccontano le barzellette, i bambini scavalcano il cancelletto con la scusa che la palla è andata la',gli studenti del sud che fanno rotolare i loro troller tra un trasloco e l'altro si fermano a prender fiato davanti a lui, qualche impiegato con il pranzo sullo stomaco si abbassa e dice qualcosa,il portiere di notte gli dice due frasi di prima mattina,l'operaio in ferie gli da di nascosto un biscotto, anche qualche casalinga,tutti, proprio tutti sono pazzi per Speedy.
A due centimetri di distanza strombazza e furoreggia la vita degli umani.
Gli umani sono un poco smarriti anche nella generosità, quel residuo che ci sarebbe li vede impacciati nella distribuzione.
Ognuno sa la sua,ognuno hai i suoi perche',ma alla fine il gioco che conta è salvarsi la pellaccia,specie in tempi di guerra come questi.
Linguaggi diversi, passaggi paralleli, ormai linguaggi stanchi si accavallano e friggono nell'aria.
Speedy trotterella,instancabile, per cercare di capirci qualcosa, di tutti questi che si fermano e si rivolgono proprio a lui.
Magari, se si incontrassero tutti insieme,nello stesso momento, nell'aria fritta delle giornate un soffio di primavera potrebbe nascere.

giovedì 21 agosto 2008

ONORE E MISERIE


Onore e commozione, applausi e merito a non finire all'ultimo miracolo accaduto al vecchio glorioso S.Orsola- Malpighi, clinica universitaria bolognese:un trapianto cuore-reni-fegato , il primo in Europa,uno dei primi nel mondo.
Vecchia gloria di casa nostra, la docenza medica bolognese.
Capace di ricreare il mito prometeico del camice bianco che sfida la Natura maligna.
Una di quelle notizie che riconducono ai miti e ai sogni dei sussidiari delle scuole elementari di cinquant'anni fa,quando la moderna medicina si apriva alle sfide del futuro, promettendo benessere e una vita di qualità a chiunque le si affidasse.
Un inno alla vita.
Miseria e disappunto, per i lunghi elenchi di malati terminali ordinari di casa nostra ,nei quartieri, quelli della porta accanto, un'alunna di sedici anni,il fratello dell'amica d'infanzia, il marito della signora che abita li',il ragazzo di ventritre' anni per cui in banca hanno fatto una colletta, il nipotino di quel signore,la figlia della tale,ogni minuto ce n'è uno nuovo.
E l'elenco è troppo lungo per essere contrabbandato come normalità.
E' l'elenco dei caduti sul campo delle nostre battaglie,nelle nostre città,nei nostri litorali.
La salute è un bene troppo grande perche' i signori della guerra la devastino in questo modo.
Colpe ambientali, scelte di territorio sbagliate,il coro corposo delle ubbie del vivere che prende corpo nei malesseri individuali.
Ieri accennavo, tra il lusco e il brusco, a tanti 'guaritori'.
Venditori di fumo prolificano ,come direbbe Ernesto de Martino, 'in assenza di presenza'
Il fatto è che siamo tutti un poco smarriti,perche' altri fanno per noi scelte letali, e noi giochiamo ai soldatini con le nostre malinconie.
Si è parlato in questi giorni di centrali nucleari da ripristinare.
Dopo Chernobyl, dopo un referendum popolare che si era espresso chiaramente.
Si fanno scelte nelle città che travalicano il buon vivere della gente comune.
Cemento, traffico,inquinanti nel mare, nell'aria, nei cibi.
Quel bel miracolo, per favore, scenda in strada a misurarsi e i camici bianchi vengano ogni tanto a prendere un caffe' ad un incrocio all'ora di punta , facciano una capatina dentro un'aula,nel chiuso di un ambiente saturo di plastiche e di colle.Controllino cosa butta in acqua una bomboletta per la manutenzione di uno scafo, o quanti chili di anticrittogamici sparge di sera il buon villano perche' l'insalata il giorno dopo sia smerciabile.
Cose normali, che si dicevano vent'anni fa.
Quelli che potrebbero dirle ancora dove sono scappati?

mercoledì 20 agosto 2008

GUARIGIONI


Quando sono un po' giu',trovo sulla mia strada persone magnanime che mi elargiscono cosigli.
Mi consigliano di tutto.
Andiamo in ordine.
Qualche oligoelemento, per esempio il magnesio.
Stabilizza l'umore e per le donne in età è formidabile.
Chi frequenta l'omeopatia, l'' Ignatia amara',in diluizioni 200 incide sul profondo,da equilibrio e coniugata con il 'Gelsemium semprevirens' non ha eguali per la positività psichica.
L'ultima-ma gia' un amico orientatore scolastico,psicologo me ne aveva parlato-
le costellazioni familiari.
Allora, pare che tutta l'ultima fascia della moderna psicoterapia-gente seria, occidentale,professionisti-sia direzionata verso questa cosa.
Che vuol dire che, con lauta parcella, ti fanno giocare ai soldatini per capire quale dei tuoi antenati tu stai indegnamente mimando.
Forse c'è del vero, sicuramente,ma sono quei soldatini che mi intruppano.
Come quando frequentai un corso di yoga per sei mesi, dopo una brutta polmonite.
Ero diventata quasi di gomma,nei movimenti, ma ad un certo punto ,quando l'istruttrice diceva:-Obbedite al mio comando, figuratevi un campo fiorito e i versi di questo poeta - a me venivano in mente solo brutte parole, che in romagnolo sarebbero parolacce.
Niente da fare, gran guaio guarire chi ha letto Shakespeare,diceva Marcel Proust.
Che i suoi problemi se li porto' nella tomba.
Proseguiamo.
Dopo vengono quelli dell'energia.
Pare che l'energia molto forte, se direzionata, incida.
Dove?
Sui rapporti, sul reale.
Per esempio, se ti sta antipatica la commessa del market e tu la pensi male al pomeriggio, le viene un brufolo alla sera.
No, non puo' essere, forse ho capito male.
Ho quella pessima abitudine di tradurre in bozzetto, che disdice con l'aura sacrale che ogni esperienza di povericristi si arroga.
Sta di fatto che quando uno è un po' debole, un po' critico, ha subito una perdita o semplicemente deve pensarci un po' su spuntano i venditori di felicità.
Per fortuna tutti i mandati direttamente da dio hanno il buon gusto di girare alla larga e gliene rendo merito.
In coda si scatenano i potenziali emissari dei tour-operator.
-Guarda, c'è quel volo 'last -minute' che farebbe proprio al caso tuo...!
E giu' descrizioni, e sistemazioni, e pillole di felicità.
Ho deciso una cosa:
per oggi, per favore, lasciatemi essere infelice.
Con le mie fissazioni, con i mei ideali,con le mie nostalgie: mi verra' un po' di colite,ma ormai la so gestire.
Senza, dovrei elaborare un lutto, non ne ho la forza.
E magari,tutti questi bei sistemi non considerano un paio di cose:che la realtà intorno, cittadina e del mondo,per dirne una,una ritoccatina la richiederebbe.
Magari , con le sue costellazioni familiari.

lunedì 18 agosto 2008

GIULIETTA E ROMEO


Non mi convince la storia che i giovani non amano piu'.
No,non mi convince.
Non mi convince che i ragazzi sono impauriti e le ragazze troppo ardite, che non fanno progetti, che si stancano dopo due mesi.
Tutto vero, detto cosi', ma non mi convince.
Non mi convice che chi lo dice lo dica come se fosse un evento naturale, una sorta di calamita' ineluttabile.
Dunque, chiariamo subito: ho visto giovani amori splendidi, qualcosa di miracoloso, come vuole la natura, il corso del tempo, la storia di sempre,la rinascita di come eravamo migliorata nella sostanza.
Poi ho visto gli stessi ditruggersi e non si capiva perche'.
Parlo degli anni duemila,non dei nostri tempi d'allora.
Accorata da questa esperienza,intrecciando una serie di altre intuizioni, ho messo giu' il mio ultimo libro,'Pane a colazione'

SPAZIO PUBBLICITA'.

Ora,cosa c'è che non va?
C'è che questi sentimenti, queste storie, queste esistenze non sono protetti, non hanno argini, non hanno indicazioni, non hanno luoghi.
Gli adulti latitano, i vecchi tacciono,non ci sono piu' le parrocchie, i partiti, i gruppi.
Infatti, gli unici amori giovani che hanno esiti sono quelli legati a scelte familiari religiose integraliste.
Questo non giustifica nessuno nell'integralismo, è solo una constatazione.
I giovani liberi, disarcionati, emergenti, sono smarriti come foglie al vento,non sanno riconoscersi, tutelarsi, costruirsi negli affetti,hanno i sensori sbrindellati,si dirigono verso senilità precoci.
Male minore,dopo tutti gli altri?
Niente affatto, il primo dei mali, direi.
Ho visto perle date ai porci, per essere evangelica nella citazione, sussurri e palpiti calpestati da intere mandrie di buoi.
L'educazione sentimentale è materia eterna, supera i tempi, le contingenze, le recessioni,le mode generazionali.
Dopo i divorziati a valanga dei tardi anni settanta, dopo l'outing delle identità, dopo le pseudo liberazioni e gli pseudo richiami all'ordine, quello che vedo ora è solo una cosa:il vuoto.

domenica 17 agosto 2008

GOSSIP


Non discuto dei sentimenti di lei,magari anima sensibile,ma quello che pareva era questo.
Una zoticona seduta a poppa di un cabinato multimilionario-uno dei tanti che quest'anno occupano in massa la darsena di Rimini,mentre ovunque il turismo popolare langue -,ricciolo rigido, duepezzi color ocra, evidente paura dell'acqua,qualcosa come una povera casalinga di Cologno Monzese in libera uscita nella pensioncina Myriam.
Lui,il boss, pancetta e sguardo verso l'onda,non azzardiamo fantasie sui pensieri.
No, la sirena non la sapeva fare,e neppure la madama.
-Ma quante belle figlie, madama Dore'!!!-si cantava da bambine, tutte in circolo, fino agli accoppiamenti simbolici di tutti con tutti.
No, Madama Dore', mi spiace per lei, ma questa è una gran zotica.
Se vuole le insegno ad essere un po' snob.
Con quel cabinato li' non disdirebbe affatto.

Non discuto neppure della linea della ragazza che al forno, di prima mattina, ordinava quattro maritozzi ripieni di Nutella.
Una che ne valeva quattro, in verità, pesando almeno centoventi chili.
I poveri si ingozzano di prima mattina di Nutella e poi piangono tutto il giorno.
Stanno in piedi, prendono il numero, fanno la fila, raccontando le proprie disgrazie e agguantano grassi, unti, burri,per poi spendere gli ultimi due euro rimasti in creme dimagranti.

Non voglio neppure discutere della metamorfosi subita da un gruppo di giovanissime, ieri, sul treno da Bologna.
Prima classe, dirette a Riccione,forse ad un raduno parrocchiale, allegre, vivaci,pulite.
Ad un certo punto hanno cominciato a parlare di soldi,di come gestire i soldi nei giorni di vacanza.
Apriti cielo e chiuditi terra.
Si sono trasformate in un gruppo di orribili quarantenni con BOt e CCT,pronte a difendere il proprio fino alla morte.Fisionomie alterate,sguardi ambigui,inflessioni ciniche.

Oh, quante belle figlie, Madama Dore'!
Ma ragazze, nessuno vi ha mai raccontato qualche bella favola, nessuno vi ha mai letto la storia di Pollicina, da bambine, oppure vi ha mai preso per mano e detto che eravate belle, dolci, un sogno vero?
No, credo di no.
Forse vi hanno raccontato davvero solo di BOT E di CCT, e di come arrabattarsi per ottenerli.Di quanto occorre essere furbi al mondo e dare poco,di come invischiare un merlo che ti porti in crociera.
Un disastro ,insomma, oltre a zero sex-appeal.
Madama Dore', se siamo ancora in tempo,pensaci tu.

venerdì 15 agosto 2008

BLACK-OUT



Provate ad avere, sotto Ferragosto, qualcosa che in casa non funziona.
A me è capitato, in corso Estate 2008 di dover cambiare caldaia, frigorifero, piano-cottura, ferro da stiro. E fin qui niente di tragico, a parte il portafoglio.Quando è capitata tra capo e collo la mazzata del monitor rotto, il quattordici di Agosto, ho pensato che uno puo' fare tranquillamente anche l'outsider, cioe',per intenderci, chiuderla con la tecnologia, la dipendenza dagli emirati arabi,il fantasma della crisi,i fantasmi di chi dice'ci penso io,alla crisi'.
Uno potrebbe fare come puo', leggere a sbafo il quotidiano in una biblioteca pubblica, arrangiarsi a captare informazioni con i sensori naturali,e chi mi ama mi venga a cercare.
Scrivere manoscritti,consegnarli ad un amico, e forse sarebbe la stessa cosa che metterli online.
Eppure, se il meccanismo è innescato, difficilmente si puo' arrestare.
Essere in linea con il mondo è d'obbligo, pena un filo di eccessiva malinconia.
E il vecchio Mc Luhan,profeta del villaggio globale,che aveva descritto i 'media' come prolungamenti del nostro corpo,ne aveva stigmatizzato la assoluta, ineluttabile necessita' nella nostra vita quotidiana.
Questo bell'aggeggio che è il PC mi proietta verso un etere abitatissimo, ormai, talmente abitato che neppure un black-out momentaneo me ne separa.
Il vantaggio dei disguidi informatici è solo uno:che,specie se accadono in periodi come ferragosto, per risolverli si deve chiedere aiuto ai primi che capitano:il vicino di casa, il pensionato che se ne intende, l'amico della figlia ingegnere informatico disoccupato, il figlio del tale e,alla fine, il commesso dell'Ipermercato eternamente aperto,privo di stagioni, di santi e di ricorrenze.

Il villaggio,globale, appunto.
O no?

mercoledì 13 agosto 2008

NOI NON CI SAREMO


Nell'ansia italiana ed onirica di grandi opere ,di grandi re-styling del vivere comune-grandi bufale, e ce lo siamo già detto-una risorsa viene continuamente bypassata:i giovani.
Dei giovani non importa nulla a nessuno.
Se non che'-anche questo già detto-le eccellenze se ne vanno dall'ex Bel paese in recessione, vanno via, spesso rischiando interi percorsi esistenziali, il fututo, la loro pelle.A qualcuno va bene e la loro intelligenza se la godono nel Nord Europa, o nelle zone emergenti del Continente latino-americano ed asiatico.
Gli altri, quelli che rimangono,in genere bivaccano.Poi bevono.
Dopo le cinque di pomeriggio, laureati o diplomati, ,co.co.co o benzinai,bevono.Si attaccano a bottiglioni di birra e finiscono li'.
Dai tredici anni in su ripulisconi gli scaffali dei market da tutte le schifezze alcoliche e pace.
Il fatto è che sempre di piu' la voce 'giovani' compare nel bilancio passivo,accompagnata a verbi come 'tenere', 'riabilitare','educare'.
Le giovani risorse, le intelligenze non sono considerate un SOGGETTO ATTIVO.
Hanno studiato, hanno fatto master a spese dei genitori, stages all'estero, sono carichi di competenze morte.
Si devono 'tenere a bada', come ogni dirigente scolastico insegnera''in primis' al primo collegio docenti di settembre.
Intanto, i vecchi marpioni delle politiche locali,tra una mangiata e l'altra, vaneggiano di investimenti 'produttivi',di lotta alla recessione.
Quante ne ho sentite qua in Romagna!!!!
Del resto questa mia dolce terra solatia,dolce paese, ha la vocazione tutta particolare delle maxi-opere,nonche' delle adunate oceaniche,non certo della valutazione accorta ed intelligente delle risorse reali.
Ahime', triste retaggio ,fermiamoci qua.
Tanto prima o poi l'ondata di quei giovani che si sono salvati emergera', anche se noi non ci saremo.

lunedì 11 agosto 2008

RICOMINCIO DA TRE


Due cose buone devo averle per forza fatte, due almeno, come direbbe Massiomo Troisi, cosi' non mi resta che ricominciare da tre.
Tre per un blog è già tanto, un blog corre il rischio di sentirsi sulle spalle il mondo e invece sta solo friggendo un po' d'aria.
Del resto, anche l'aria è un elemento notevole , finche' ce ne lasciano un po'.

Riparto da un saluto, ma il mio cuore è troppo piccolo, ne vorrei avere uno piu' grande,peccato se dispongo solo di questo. Saluto Margherita,mia figlia che è partita ancora e non metto nell'etere i fatti suoi. Saluto lei i suoi amici, giovani medici in formazione, diversi sparsi per il mondo, altri ancora qua, a Bologna e altrove in Europa.Alcuni fuggiti da un nostro Sud devastato,altri in dialettica con un Nord chiuso e ammuffito.Tutti in un dialogo muto con i propri fantasmi familiari.
Saluto quelli che talvolta si sono fermati a casa mia,Rimini non è solo fuochi fatui e demenziali, è anche una stanza per riposare, un asciugamano pulito, una buona colazione,lo spazio di due chiacchiere oneste.
Giovani e splendidi, con i loro errori,le loro conoscenze,i loro sentimenti, il futuro che li aspetta, e non oso affacciarmi a disegnare previsioni.

Riparto da quel bambino albanese operato a Palermo, cui è stato trapiantato il fegato compatibile di un bambino israeliano di Tel Aviv.
Palermo, Israele, l'Albania:ognuno puo'vagare dietro questi tre vocaboli.
Chissa' come si chiama quel bambino, che occhi ha, come vede il mondo.

Noi, qua, non lo vediamo bene: recessione, omertà popolare,malcostume,ma non ne voglio parlare.
Ho capito che un blog mi ruba del tempo, almeno un'ora e mezzo al giorno, considerato qualche visita che faccio ad altri.
Non posso perder tempo, ho diversi progetti di scrittura, il vento di mare che mi entra dalla finestra,l'energia che va gestita in investimenti vitali , e di tutte le innovazioni che dovevo apporre a questo spazio-web non ne ho fatta una.
Pazienza.Il titolo, pero', lo confermo :STOCONLEBALENE.