martedì 20 novembre 2007

TEMPI DURI


Ripropongo qui di seguito la mia lettera apparsa su 'Il CorriereRomagna' lo scorso agosto,'Tempi duri per i bambini'.Va aggiornata con gli ultimi nomi di bambini,ultimo quello del piccolo rom di quattro anni, bruciato vivo nel sonno a Borgo Panigale,Bologna.


'Tempi duri per i bambini.

Tempi duri, questi, per i bambini.Deformati,esibiti,soffocati e narcotizzati nel luoghi del cosiddetto benessere;mutilati nei luoghi di guerra;abusati e brutalizzati nei terzi e quarti mondi,compreso quello laido ed oscuro della pedofilia,anche in abito talare.
Con i picchi della cronaca,che recitano di bambini bruciati vivi, o abbandonati quasi quotidianamente.
Le 'magnifiche sorti e progressive' del nostro pianeta,con questo buco nero,recitano la loro sconfitta.
In altri tempi, in altre stagioni,i bambini sono stati maltrattati e sfruttati-tutta una letteratura lo narra-,ma mai come ora il bambino è defraudato della sua natura,della sua libertà di crescere,del suo diritto alla sicurezza e alla guida.
'Meglio un orfano'diceva spesso mia madre,e intendeva dire che spesso starebbero meglio soli, i bambini,piuttosto che con gli adulti che si ritrovano.
Cosi',il piccolo abbandonato nel carrello del 'Carrefour' piemontese,come il piccolo principe del libro,sembra chiedersi su quale pianeta sia precipitato,simbolo vivente di tutti gli altri.
Veniamo a noi.
In casa nostra, in Italia,ci sono stati tempi in cui il mondo dell'infanzia poteva contare almeno su tutta un'istruzione materna e infantile come su di una sacca di grande felicità,segno di un vissuto ricco di speranze e di ideali.
Ricordo i primi anni ottanta, a Carpi,dove ero per lavoro,con mia figlia di dieci mesi:venivano gli esperti di educazione da tutta Europa per visitare gli splendidi asili-modello emiliani.
E ,piu' tardi, quando scoppio' la tragedia di Cernobyl,ci si interrogo' nell'asilo comunale 'Il volo' di Rimini,con le maestre,su come costruire un racconto per i bambini.Bisognava dire loro perche' non dovevano toccare l'erba,ne' bere il latte,e si ragionava sul come spiegare in qualche modo questo ed altro.Per esempio, una volta si infilo' un ladro di notte nei locali dell'asilo,che devasto', e anche quella volta si cercarono insieme le parole per mediare la realtà di quella presenza inquietante.Come descrivere un individuo che non si rivela alla luce del sole,entra per violare,distrugge dove è regola naturale costruire dal nulla,anche con la sabbia,le foglie e i colori?.
Negli anni ho visto i bambini attorno a me farsi sempre piu' capricciosi,meccanici e stralunati.
L'ultima immagine collettiva di bambini felici che ho corrisponde al metro' di Parigi-inverno 2005,un secolo fa-:bambini accanto a madri di colore,fasciate di panni sgargianti e di enormi copricapi,bambini piccolissimi che spuntavano da sacche tenute a tracolla come in un villaggio Tuareg,riccioluti,curiosi, ridenti; e altri,con gli occhi a mandorla,seri,dietro signore impettite con gli occhiali a punta;bambini con la pelle chiara intenti a giocherellare e a parlottare nello stesso gergo d'intesa di bellissimi meticci loro coetanei;e babbi,tanti babbi,giovani e meno giovani,indaffarati e spettinati,apparentemente lontani.
Adulti che tutelavano da una certa distanza,bambini che si sapevano al sicuro, rilassati, curiosi, nel tunnel del metro''