martedì 6 dicembre 2011

CARI PROFESSORI


Cari professori,che ora ci governate,
fa bella impressione vedervi
seri e competenti,dopo quello che abbiamo visto in tutti questi anni,sullo stesso teatrino.
Vorremmo credere di essere con voi partecipi di una rinascita,fatale,quasi quanto quella del dopoguerra.
Il senso di appartenenza,l'etica,la sostanza della 'polis',i sacrifici necessari allo sforzo collettivo per la necessaria ripresa.
Pero' un tarlo ci rode:
la nostra intelligenza si è allenata al dubbio,ahime',e ci fa vedere che anche con un povero pallottoliere i conti sarebbero tornati,con il metodo di grattare nei cassetti aperti .
I cassetti dei pensionati,di chi ha appena poco piu' di mille euro al mese,di chi sgobba .
Credevamo che 'riforme strutturali' significasse metter mano-tecnicamente,chirurgicamente-a quelle due o tre piaghe(rendite,sommerso,economia criminale,parassitosi della politica).
Il tempo era poco,d'accordo,ma noi siamo abituati a far tornare i conti dei nostri minuti al secondo,senza sgarrare.
Speriamo riusciate a cavarvela anche voi,sul tempo che incalza.
Amen.