'Conoscenza ' è vocabolo forte,e non importa segnalarlo nel campo semantico di matrice biblica,dove pericolosamente si avvicina alla nozione di intimita' fisica.
Prendiamolo a mezza via,nella sua accezione di 'rivelazione,empatia,illuminazione,ecc...'
Cosa c'è di piu' gratificante del 'conoscere ' e dell'essere 'riconosciuti'?
Basti pensare alla dolcezza che si prova nel ritrovare le tracce di un vecchio amico/a.
Di qualcuno che ti ha visto,ti legge,ti interpreta senza soluzioni di continuita'.
Nella bolgia 'liquida ' e globalizzata di questo stralunato duemilaeundici, l'anonimato che schiaccia è malattia,l'obbedienza illogica non è mai stata una virtu', e qui diviene invece ancora di sopravvivenza,motivo di pane quotidiano.
Ahime',la liberta',che fatica.
Ri /conoscere ed essere ri/conosciuti è forse il momento piu' autentico dell'aggregazione,occasionale o programmata.
Piccolo esempio,le creazioni di gruppi e gruppetti,su parole d'ordine deboli:sport,rivendicazioni spicciole,piccole velleita' identitarie che a sera,chiuso il portone di casa,sfumano.
Bisognerebbe costruire mappe della memoria,dei ri/conoscimenti piccoli e meno piccoli,per orientarsi nella geografia del futuro.
Decodificarle,giudicarle,ricucirle,per costruire una toponomastica reale.
Che non è quella delle carte ufficiali,e questo si sapeva da tempo.
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