martedì 30 ottobre 2007

PAUSA




Una pausa (spero) di riposo.

A presto.

lunedì 29 ottobre 2007

ANTIDOTI


Su Rimini in questi ultimi giorni si è visto scritto il peggio,marcescenze a lettere cubitali in bacheca alle prime ore del mattino, ed è tutto vero, anzi, forse la realtà è anche peggiore.

Si legge, tra i fatti della regione, di questo centro del fantastico cui dara' avvio il professor Faeti a Vergato di Bologna, e gia' a Bologna esisteva una università dell'immaginazione,guidata da Benni. Antidoti alla malvagità e alla malinconia,s'è detto.

Qua nel mio piccolo-fai-da-te artigianale dell'immaginario,penso Rimini, -la 'mia Rimini',allenandomi all'uso di alcuni antidoti.

La 'mia' Rimini:
ampia, 'amnios' di pensieri che corrono dentro il catino largo e domestico dell'Adriatico;
libera,ci provano tutti ad incatenare quel diavoletto irriverente ed ironico che anima il suo 'genius loci', ma lui guizza, ribelle;
patria 'casual' di genialità;
con due o tre linee pregevoli, sotto la colata lavica del cemento ;
animata da una piccola 'res publica' di idealisti che non demorde;
in bilico,a 'sentire' il termometro dei tempi, ma senza perdere il controllo.

Ed è tutto vero, anche questo

domenica 28 ottobre 2007

DI DOMENICA


-Ma lei,di domenica, va a messa?
- No
-Ma allora è atea!
-No, ci mancherebbe!
-Che sia mussulmana!?
-Mah,... veramente...io...
-E allora?
-..... allora cosa?
-..allora, cos'é?
-..dunque, fatemi ragionare di cose di religione

di domenica, ogni tanto, è quasi un obbligo.

Confesso:se salto a pie' pari le tre chiese monoteiste che si sbranano tra di loro, tutte le filosofie pseudo- buddiste e cosiddette new-age,le litanie e gli ammonimenti della signora Nina che mi dice sempre che dio mi ama perche' sono buona, i mormoni e i testimoni di geova che incontro fuori della coop,tutte le sette capeggiate da papponi in rolls-royce, la destinazione dell'otto per mille e i beni ecclesiastici 'ICI -esenti'.....le malattie psichiatriche dei tecnici del sacro, ecc...ecc.... cosa mi rimane?
Per la teologia, quella dottrinaria, ci vuole il fisico.
Forse mi rimangono alcune massime evangeliche come perle di saggezza-'non date le perle ai porci', 'date a Cesare quel che è di Cesare e a dio quel che è di dio', chi scandalizza uno di questi piccoli...'......
...ah,dimenticavo, mi è simpatico San Giuseppe,che ,poveretto, oltre a tenersi un dio in casa , faceva,a sentir la tradizione, anche il falegname.
Mi suona naturale il 'Padre nostro', e vorrei che', oltreche' star lassu' nei cieli, questo Padre - Altro da noi, se esiste,venisse un po' a sorridere di noi, qua sulla terra e a darci una mano,che' ne abbiamo bisogno.
Lo confesso:non ho certezze,ma quando incontro quelli che ne hanno e vogliono a tutti i costi convincermi,cerco di cambiar strada.

sabato 27 ottobre 2007

CORIANDOLI


A Ferragosto ci sono gia' pronte le caldarroste,e quando sul porto soffia lo scirocco si confondono odori ed umori 'politically-non corrected'.

Le tasche languono, le tasche si gonfiano,e quelle gonfie sono sempre le solite.I governi traballano, e il popolo non si accontenta di pane, vuole le brioches.

A meta' settembre ci son gia' le luci di Natale, e passando in canottiera sul ponte di Tiberio, c'è il rischio di pensarsi in Florida.
I negozi cinesi, mimetici di tutti i frullati neo-global,neo-leghisti,neo-tutto,passepartout dell'immane colata lavica di paccottiglia a pocoprezzo, creano bambocci inidentificabili-babbi natale? il marito di barbie dopo l'undici settembre?-

Non si sa, andiamo avanti.

Pero' prepariamo la maschera di carnevale,gia' dai primi di novembre.

Purche' si lascino stare i morti, che' tra folate esoteriche malaticce, negazionismi vari,citazioni sbagliate,non riescono a starsene in pace.

venerdì 26 ottobre 2007

PARIGI, O CARA


Ragiono come la famosa casalinga di Treviso- e mi perdoni, se esiste, sara' in realtà sicuramente piu' intelligente, colta e fortunata di me-ma,essendo fuori tempo per sognare di essere una 'velina', sogno di potermene fuggire a Parigi.

Ma siamo sicuri che Parigi è come me la penso io in questo momento, da questa Italia scassata?Da questo pomeriggio umido e pesante di fatica,da questa citta'- fantasma perduta in un punto della costa adriatica,dove se ne sentono e se ne sentono, ed è meglio davvero ricorrere a quella 'protezione' di cui parlava Primo Levi..

Parigi e Le Marais, il quartiere pieno zeppo di piccole librerie, Parigi e l'aria di incredibile normalita', civilta', laicita' che si respira a comperare un paio di calze, o un giornale, o una baguette. Parigi e l'anima degli impressionisti,la rive-gauche e i bambini di tutti i colori,tranquilli con i papa', alle fermate dei metro'.

Parigi e il sicuro, civile discrimine del merito .

Parigi che sicuramente partecipa di tutti i dolori del tempo, ma li dirime.

Quando bruciavano le periferie , nel 2005,mi era capitato di vedere i telegiornali francesi:qualche tavola rotonda, l'intervento mirato dei politici , qualche servizio 'in loco'.

L'ultima notizia in merito che ho letta, si riferiva ad un progetto educativo enorme, nello stesso punto caldo in cui tutto inizio'.

La verità è difficile da dimostrare, la cronaca ci prova a rincorrrerla, la storia è in affanno,l'esperienza è l'unico dato certo,eppure comincio a pensare che ,forse, in un 'altra città, in un altro paese, starei meglio.

giovedì 25 ottobre 2007

BABBO,SEI ONESTO?


Dal'Corrierino delle famiglie' di Giovannino Guareschi(BUR,pag.54):
'L'ESAME. Io stavo leggendo seduto davanti alla finestra spalancata e Albertino si avvicino'e mi domando':
-Babbo, sei onesto?-
Questa non è una domanda facile,anche ammesso che uno sia abituato a frequenti esami di coscienza, e cosi' rimasi imbarazzato'

Arguzie popolari,sapore di verità detta in pillole pepatissime.
In una commedia di Lucchini,commediografo dialettale riminese,compare un giovane amoroso, definito 'surgatton'.
Ho provato a cercare sinonimi,ma è un termine molto difficile da tradurre: direi uno che cova nella cenere, uno poco chiaro, uno che manovra sotto.
Andateci a combattere nel viver civile, con i 'surgatton'
La definizione di 'quaquaraqua'', invece, di Sciascia ne 'Il giorno della civetta ' ha superato da tempo i confini del conio regionale.
E, a ripeterla oggi, suona come un grande sberleffo.

mercoledì 24 ottobre 2007

LINGUAGGI


Nella babele dei linguaggi,-corsi di lingue, messaggi intercontinentali, linguaggi informatici, linguaggi specifici,nuove grammatiche-aumentano le nuove gergalità.
Argomento vecchio:aggregazioni per bande, caste, gruppi di intesa,tecniche auditel,teorie delle comunicazioni di massa inducono la comunicazione a forme elementari, per necessità di tempi veloci, per nevrosi collettive, per frustrazioni individuali,per mantenimento di interessi di gruppo..
Siamo tutti scienziati fai-da-te,tutti 'pazienti esperti',tutti sociologi in erba, tutti antipolitici, che vuol dire politici al negativo.
E lo diciamo nei linguaggi che possediamo. Che ,alla fine, si riducono a:
stereotipi elementari-le stagioni non sono piu' quelle di una volta, i giovani non amano piu', chissa' dove si andra' a finire,bisogna tornare ai valori di base, evviva le persone oneste...-
esercizi narcisistici:che bello quello che ho detto,chissa' che effetto ha fatto..
molto spesso,vuoti bla,bla:ci vuole ordine, occorre sicurezza ...
nei luoghi dell'industria della comunicazione, a esercizio per la costruzione del consenso.
Chi ci salva,nella babele dei linguaggi?
Il silenzio?
Gli artisti veri?
La lealta' di un amico, che mentre ti parla ti guarda in faccia?

martedì 23 ottobre 2007

TRA GOTI E LONGOBARDI....


Nell'eta' longobarda sicuramente l' Italia stava peggio,vita media diciannove anni, altissima mortalita' infantile, avitaminosi, incertezza totale,al punto che quasi quasi si stava meglio con i Goti.

Peggio di adesso, intendevo.

Eppure, anche adesso non è un granche'.
Ieri i tiggi nazionali dicevano trionfanti che l'industria italiana piu' in attivo è la mafia.

Ditemi che non ho capito bene.

Il fatto è che lo dicevano cosi', come si direbbe che il tempo atmosferico promette acqua , come cosa naturale.

E nelle famiglie si macina di legalità.
Certo, andando alla ricerca elementare di quei due o tre capri espiatori che permettano di salvare il proprio territorio. Basta che i colpevoli siano 'loro','gli altri'.

Etologia, scienza esatta.
Chi era, Stpehen Hawkings che suggeriva di cercare altri pianeti, dati gli ingorghi su questo?

I giovani, tra i quindici e i trenta -con tutte le debite eccezioni, ci mancherebbe- traducono impulsi subliminali familiari in comportamenti ed idee-chiamiamole idee- , e tra le loro impronte primordiali c'e,bella grossa, quella lasciata dal soldo.
Quello bello, sonante,traducibile, non quello psichiatrico dei propri nonni.
Sul soldo si costruiscono amori.
Perche', se una volta si diceva'mogli e buoi dei paesi tuoi', ora si dovrebbe dire'mogli e buoi con lo stesso conto in banca di mamma'
Il soldo crea relazioni di intesa, linguaggi, una sottile,infrangibile promiscuità.
Molto piu' degli odori, del fascino dei corpi, delle trasfigurazioni della fantasia.

Il fatto è che è tornato tutto il pattume spazzato apparentemente via negli anni settanta, e convive allegramente con il nuovo, le splendide liberta' del tempo globale.-viaggi, conoscenze, raffinate tecnologie-
Autoritarismi beceri, interessucoli di ghetto,territori stretti,forza dei capoclan,irrigidimento delle classi.

Gia', proprio cosi', le classi.

E, come direbbe il droghiere dietro casa mia, uomo di spirito, 'la classe non è mai stata acqua'.

Figurarsi in tempo di barbarie.

lunedì 22 ottobre 2007

CAFFE' D'ORZO


Consumo litri di caffe' d'orzo.

Al mattino,dopo la insostituibile tazzina di caffe',necessaria per iniziare la giornata,se non per altro, per l'odore che diffonde per la casa, da il via, mette voglia di cominciare.E cominciare è sempre faticoso, ci si chiede chi ce lo fa fare, di buttarci nella mischia,di andare in giro a vender aria fritta, quando si avrebbe voglia di contare solo su due o tre cose essenziali.Respirare, scrivere,starsene in pace....

Appena arrivo a scuola, al bar d'istituto,se sono in orario, sono salva, sono riuscita a sopravvivere alla gimkana infernale di auto, motorini, mezzi pesanti,ho sistemato la bicicletta e sono dentro un edificio.Non penso troppo, non vado per il sottile, non è richiesto,mi dirigo dal barista e gli dico'Un caffe' d'orzo,per favore' Talvolta, se c'e' l'attimo di troppo, con qualche commento sull'intestino irritabile.

Poi alla ricreazione , me lo porto dietro nel thermos,rimane caldo ,è tassativo che non si possano mollare le classi urlanti, neppure per un improvviso calo degli zuccheri, e allora tanto vale organizzarsi. Bisogna stare li', a 'tenerli', che non si uccidano, non si sbranino,non distruggano tutto. Raramente stanno quieti, e allora l'orzo caldo è un lusso,sbircio il giornale,guardo di straforo se ho messaggi sul cellulare, guardo fuori dalla finestra, agli orti che mi danno il segnale delle stagioni.

Spesso anche al pomeriggio, prima di riappropriarmi della casa, del mare qua vicino, delle mie scritture.

AH! L'orzo!!.Meglio se accompagnato da un cucchiaio di miele.

Si chiama Orzo anche il mio cane, e se solo se lo immaginasse,lui, che magari vorrebbe chiamarsi'Sansone'.

E' un meticcio con lo sguardo dolce e mediterraneo, leggermente strabico,bianco e marrone, un po' mitomane, sfida a suo rischio i pitbull e i lupi, è un po' asociale, si crede chissachi.

Ma si mantiene bene, nonostante tutto.


sabato 20 ottobre 2007

CHICCHI DI RISO


Tra Pacs, Dico, Gay-Pride, mamme italiane, maschi in crisi e donne in carriera ,psicoterapeuti di coppia e consigli alle lettrici, generazioni del dopo-Erasmus e contratti a termine, continua la stagione dei matrimoni.

Sulla darsena, a settembre ne comparivano due o tre al giorno, con tutta la scenografia di rito,abiti splendidi e meno splendidi , flash contro la giusta luce del tramonto, sorrisi anche sinceri, baci appassionati,chicchi di riso che volteggiavano sulla spuma delle onde.

Noi ultracinquantacinquenni-ormai naturalmente piu' vicini alla stagione del riposo che a quella dei giovanili furori-passando di li',sorridevamo benevoli e,per non essere di malaugurio, scivolavamo via in silenzio.

La verità è che sempre ci trafigge repentino il pensiero cattivo che 'quella cosa li'' durera' si e no un paio di mesi, un anno o due,a esser generosi.Vorremmo di no, vorremmo poter vedere cieli nuovi, ma vediamo intenti fragili, castelli di carta, combinazioni fisiognomiche sbagliate,bandiere bianche numerose,alzate al primo caffe' andato di traverso.

Cosa abbiamo da insegnare,noi?

Non chiedetelo a me, che questiono da trentadue anni-i primi sette un turbolento Dico non formalizzato- con lo stesso marito, e a tutt'oggi sono al punto di partenza.

CHI LI HA VISTI?


I grandi classici, quelli che Calvino definisce 'opere totali', che cioe' contengono in se' un universo compiuto,dove sono finiti? Non in generale, ma dalle mie giornate,sono scomparsi,non li ritrovo piu', e pensare che ci ho passato estati,in loro compagnia.Dico estati perche' d'estate leggere è una meraviglia,si sta fuori, si è liberi,la circolazione funziona meglio dopo il bagno al mare,è tutto piu' fluido.

Mi sono sorbita tutto l'Ulisse , e la Recherce, e L'uomo senza qualità, e tutto Dostoevskij, d'estate.Don Chisciotte e il Circolo Picwick ,Anna Karenina e gli altri non li dico, perche' pesano di meno.Solo Guerra e pace mi ricorda l'inverno, perche' me lo leggevo alla stazione di Cesena, mentre aspettavo il treno,dopo l'istituto professionale Comandini-un bel mix,e la cosa piu' bella della lettura è la contaminazione, per esempio dire al droghiere che ti taglia il prosciutto che il tale assomiglia a Fedor Pavlovic Karamazov, vecchio laido,figura possente,unica,arte pura. -

L'ultima'opera totale' che ho letto è stata 'Una storia d'amore e di tenebra' di Amos Oz, me l'aveva consigliata un collega,l'ultimo collega con cui ho parlato di letture :venivo a casa arruffata perche' a scuola non tirava una gran aria, e mi tuffavo a leggere mentre bolliva l'acqua per la pasta.Quando l'ho finito mi è mancato,avrei voluto scrivere all'autore, vivente, per dirgli qualcosa.

Cosa?

Se vuole la invito a pranzo, qua a casa mia siamo un po' cosi',non formalmente perfetti, ma ci piacerebbe parlare con uno come lei.

venerdì 19 ottobre 2007

PUPAZZI,NONNI E RE E ANCHE UN TRE







Un tal signor Fabrizio di Cervia-oddio!!!pare l'inizio di una favola di Gianni Rodari !-scrive stamane una lettera al Corriere R. a difesa della setta di Scientology,chiamandomi, con nome e cognome, alla sbarra per alcune mie affermazioni 'leggere'sulla stessa.
Il tema mi intristisce un po',e per dirla con Guccini,'ognuno vada dove vuole andare' ,non ho molta voglia di perder tempo, ma ce ne sarebbe a iosa di materia da controbattere.
Magari in un altro momento, piu' allegro.
Sul tema dei maghi, delle ipnosi collettive, dei povericristi che si fanno abbindolare pero' avevo gia' scritto, e anche il mio secondo libro ,'Pupazzi, nonni, re e anche un tre',fiabe e storie illustrate',(Societa' Editrice Il Ponte Vecchio, Cesena,2004) conteneva alcune storielle sul tema.
Per esempio, quella intitolata 'Del fantasma smascherato, una notte nel paesello':l'avevo rielaborata da un racconto fattomi un pomeriggio da una mia vicina di casa, di origine piemontese e dice di una arzilla donnina, di un paese delle valli ,che decide di smascherare un fantasma, da cui tutto il suo villaggio era terrorizzato.
E una notte lo segue,con incredibile audacia, e la storia finisce con lei, che scopre che il fantasma terribile altri non era che la moglie del farmacista, fradicia di gelosia, che pedinava nottetempo il marito.
Ecco una frase finale:
'..ma via, la verità è questa e questa è la morale della storia:solo nel nostro cuore albergano fantasmi,che chissa' perche' divengono talvolta,ai nostri occhi confusi,vivi e vegeti come persone reali.Ci vuole una piccola, coraggiosa,curiosa eroina,per smascherare il primo fantasma che capiti,in qualunque paesello,davanti al portone di casa di chi, per una ragione o per l'altra, se ne stia impaurito a fantasticare di lui '

giovedì 18 ottobre 2007

LETTERE ALLA REDAZIONE


Perche',ad un certo punto della giornata, invece di andare dalla parrucchiera, o allungare la passeggiata,o sistemare il giardino, o fare qualsiasi altra cosa, si scrivono due cose di getto e si spediscono alla redazione di un giornale?
Per protagonismo, narcisismo,senso civico, per solitudine o per idealismo?
Non lo so, di fatto le redazioni dei quotidiani, nazionali e locali, sono intasate di lettere e quelle pubblicate sono spesso sincere.
Ultimamente ho scritto parecchio alla redazione di un giornale locale, Il Corriere Romagna, e devo dire che è stato piacevole, un modo di comunicare ,di liberarsi dei pensieri che urgevano, lasciandoli andare in giro per la città.
Ecco alcuni titoli di lettere pubblicate:
Su Rimini:
'Questa Rimini che non si riconosce piu'
'Notte rosa? Meglio il mare'
'Rimini e l'arte della sopravvivenza'
'Scientology vale uno sfogo'
'Alchimie riminesi'
'Rimini, Venezia, la modernità'
'Il traffico a Rimini'
Su scuola, letture :
'Il ruolo della scuola e la storia da tramandare'
'Scuola di oggi, l'industria del disagio'
'La favola di Mary G.,da raccontare a scuola'
''Libertà di leggere'
'Il mondo di Alessandro'
'Tempi duri per i bambini'
'Scuola, tolleranza zero?'
'Adolescenti razzisti'

mercoledì 17 ottobre 2007

CORAZZE


Primo Levi, in una raccolta di racconti del 1967,'Vizio di forma', edito da Einaudi e mi pare fuori ristampa,-ne avevo due copie, ma non riesco piu' a trovarle-inserisce una novella intitolata 'Corazza'.
Se ben ricordo : un paese di un ipotetico futuro è tormentato da una pioggia certa e imprevedibile di meteoriti che costringe gli abitanti a indossare tutta la vita corazze. Cosi' che è la vita stessa ad essere inevitabilmente condizionata da questo armamentario protettivo, che va accudito, oliato ed intralcia tutto, persino le stesse effusioni amorose.
Queste novelle, etichettate allora come 'fantascienza',in realtà erano una ipotesi azzardata sulla realtà,niente affatto impossibile.
Cosi' come nella novella 'Sintetici' si diceva di un improbabile bambino privo di ombelico,nato in laboratorio,immagine che ci avvicina, ora, al tema dei concepimenti indotti da pratiche di fecondazione artificiale.
Torniamo alle corazze.Tra le letture possibili, mi avvicino ora alla metafora della necessità di protezione negli ambienti di lavoro, nei rapporti di con-cittadinanza ed altro, ma anche del bisogno che, come individui, abbiamo di prenderci cura di noi, e della nostra salute,a dispetto dei meccanismi di ogni risma.
Con una corazza ben guarnita si puo' affrontare di tutto,anche la fila all'ufficio postale, o una riunione a scuola e chi piu' ne ha piu' ne metta.

martedì 16 ottobre 2007

UN BEL DI' VEDREMO


Un bel di' vedremo spuntare un fil di fumo....
Il passo dalla madame Butterfly è segnato sulla tomba di mio babbo Guido,con lettere di ottone.
E quante volte lo aveva canticchiato,in macchina, o apparecchiando la tavola.
Quante arie dall'opera lirica giravano a casa mia, a tutte le ore del giorno, cosi' che quei personaggi parevano reali, molto piu' dei vicini, o dei concittadini, con le loro beghe.
Andrea Chenier, e Violetta, e Tosca , compare Turiddu , la Norma e il gobbo dei 'Pagliacci'.
'Cortigiani, vil razza dannata!' e poi:'Muoia Scarpia'
La mia nonna materna,che pure era a modo suo l'unica devota in famiglia, la notte di un sabato santo serro' tutte le finestre, perche' il suono delle campane pasquali non disturbasse l'assolo della Tosca, che uccideva il suo persecutore.
Uno zio aveva fatto per anni la comparsa,perche' era prestante di fisico, ma irrimediabilmente stonato.
Era un misto di passione, di opportunita' di riscatto ,non scevri di un filologico, serissimo rigore critico, costruito con i soli strumenti del sentimento.
Mia madre mi scarrozzava all' Arena di Verona, da ragazza, e mi dovevo sorbire le lunghe ,puntigliose valutazioni delle sue colleghe sui do di petto, e sulle inspiraziono tenorili.
Poi ho conosciuto ,per lavoro, i piccoli teatri emiliani:Mirandola, Carpi,impossibile pensare quelle cittadine prive del loro teatro.
E l'anno scorso, a Settembre, sono stata a Roncole Verdi, per una segnalazione che avevo avuta al Premio di narrativa Guareschi.
Credevo di trovare le fanfare, alla riminese, e invece ho trovato un capannone, in cui i figli di Giovannino Guareschi gestivano una iniziativa sobria,consistente,con solo un po' di ciambella in un angolo.
Fuori , la casa natale di Giuseppe Verdi, e il suo mezzobusto.
Rimini, la mia città,per varie ragioni, non ha ricostruito il Teatro Galli distrutto nella seconda guerra mondiale e se anche questo comparisse per incanto domani , nella formula piu' giusta che si possa immaginare, sarebbe comunque troppo tardi.

lunedì 15 ottobre 2007

BALENE SENZA BUSSOLA







Oggi,15 ottobre 2007, chi possiede un blog puo' dedicarlo a tematiche ambientali.
Voglio partecipare ricordando il titolo del mio blog, il mio primo libro e,insieme, quel fenomeno che si definisce 'disorientamento delle balene'.

Le balene, i capodogli, i cetacei,i mammiferi del mare,perdono la bussola, spiaggiano, sbagliano rotta.
E,mitici e solitari, indicano un tempo, una storia degli uomini.
Non credo si possa parlare di ambiente in modo mistico, avulso dal concreto della storia, e le balene che 'si perdono' e segnano tempi carichi di inquietudini,densi di segnali disorientanti,segnano interventi voluti dagli uomini sull'ambiente:guerre, devastazioni.

Pubblicavo 'La balena e altri racconti' nel 2002,per la Società editrice Il Ponte Vecchio di Cesena.
Otto racconti, temi diversi. Il titolo era dato dal primo racconto, la storia del capodoglio che spiaggio' a Rimini nel 1943, in piena guerra. E quella storia fu narrata per anni di bocca in bocca,cercai di raccoglierla al meglio.
Ne riporto un piccolo passo:
'...La grossa balena se ne stava li'immobile.Era sicuramente morta,ma la sua presenza non parlava di morte.Anzi, piombava li' come un grosso regalo,luccicante di acqua di mare,liscia,e grassa,lasciava presagire la fine possibile di quel tempo cattivo,un tempo migliore,una grande festa in cui tutti avrebbero ricominciato a sorridere.Nessuno parlava.Tutti erano incantati da quel miraggio e se ne stavano li'come se la guerra fosse davvero finita.......'

domenica 14 ottobre 2007

LIBERTA' VA CERCANDO


Siamo adulti e vaccinati, e sappiamo che la ricerca scientifica-medico-farmaceutica.storiografica,in varie ingegnerie -si lega al mercato,altrimenti non sopravvive. E il mercato non è quel Leviatano che credevamo da bambini, è una attività che ha le sue storture,che deve essere temperata.
Ma di piu':la ricerca scientifica si lega a fondi, associazioni di mestiere, enti,che,commissionando, sicuramente condizionano.
Ma allora, la ricerca della verita'? Gia' sarebbe un problema in un contesto libero, figurarsi con tutti questi lacci! E il riconoscimento del merito? E lo spazio alla genialità libera ? E il discrimine tra qualità e roba scaduta?
Dalla provincia del mondo,-e 'dal letame nascono i fior', per dirla con De Andre'-:come si puo' impedire che continuino ad imporsi consorterie feudali, e solo chi è nipote del cugino del tal conte possa affermarsi in simposi,convegni,luoghi di ricerca?
Sinceramente, per ora, non vedo soluzione.Forse il tempo, e un'ondata di giovani,ripuliti dal vizio cosi' italiano della clientela.

sabato 13 ottobre 2007

BAMBOCCIONI


Ho dedicato a questi che la cronaca sta definendo 'bamboccioni' il mio ultimo libro,'Pane a colazione', che uscira' per Giraldi Editore di Bologna tra breve.
Pero' non mi piace che si chiamino cosi'.
Preferisco la definizione, che si usa in editoria, di 'giovani adulti', ad indicare una fascia di lettori che non sono piu' adolescenti, ma neppure completamente provati dalla vita.
Quella fascia intermedia, cui va il romanzo cosiddetto 'di formazione', dove il protagonista compie un percorso di crescita.Nel mio 'Pane a colazione' ,in un tessuto corale,tra vari personaggi, campeggiano due 'giovani adulti' che si amano, si lasciano, si riprendono, fino agli esiti finali apparentemete risolutivi, ma in realtà'aperti ad un futuro dai confini incerti.
Il mondo 'globalizzato',la ricerca del padre,la morte delle idee'forti' e insieme il dubbio religioso,l'insoddisfacente riferimento a modelli di relazioni affettive delle generazioni precedenti, e insieme l'inesistenza di modelli futuri.
Poveri 'bamboccioni', ce n'è da stare allegri,anche senza chiamare in campo le agenzie dei lavori interinali , il precariato cencioso cui sono costretti i piu' capaci e meritevoli, il nulla di fatto di un presente in cui chi non è imprenditore di se stesso trova lavoro solo nei 'call center'.
'Pane a colazione':cioe', il conforto di una convivialità tenera, di un nutrimento 'di base'

venerdì 12 ottobre 2007

FUGA DI CERVELLI


Una storiella-forse di origine ebraica, ma è difficile da dirsi, con queste storie che girano da secoli per l'aria-recita:
'...un rabbino,poverissimo, decise di vendere il suo grasso tacchino.Cammina cammina, arriva al mercato della città e per farsi un'idea dei prezzi correnti, si guarda un po' in giro.Vede un suo collega che aveva messo in vendita una cocorita ,e,accanto al prezzo indicato-alto, in verità-stava una scritta:'Cocorita parlante come un essere umano!!!!!'
Il nostro rabbino, zitto zitto, prepara il panchetto e il prezzo da chiedere per il suo tacchino,tre volte piu' alto di quello chiesto per la cocorita. A chi gli chiedeva spiegazioni, rispondeva poi:'La cocorita parla, ma il mio tacchino pensa!!!'
Si fa per dire,invece di cadere nella giusta, infinita lamentela sul sistema dell'istruzione che non educa il pensiero, sui giovani che sono costretti ad esportare il cervello ecc.
Pero' ci si puo' chiedere:chissa' se quando a scuola suona la campanella della fine, e si è tutti cosi' immensamente felici, nel fuggi-fuggi generale ,scappa via anche qualche 'cervello' ?

giovedì 11 ottobre 2007

PICCHIATORI


PICCHIATORI

Il signor Nessuno, parlamentare Storace, ha detto alla signora Rita Levi Montalcini, donna di finissimo ingegno, Premio Nobel, ricercatrice di chiara fama, che le avrebbe regalato un paio di stampelle per meglio deambulare.
Dal tempo dei picchiatori veri, quelli da cui deriva, detto signore ne ha fatta di strada,bisogna rendergliene atto.
La signora Rita Levi Montalcini ha avuto l'umiltà di rispondergli,descrivendo sulla prima pagina di un quotidiano nazionale la sua inquietudine storica, giustificata-aggiungo io-anche da notizie di cronaca che recitano quotidiani atti di intolleranza e arroganza razzista.
E' riuscita a trovare un motivo per rivolgersi al tipo in questione,motivo chiaro solo alla sua intelligenza.
Ha generato in me una curiosità scientifica ,ovverosia di tipo empirico,che parte da un quesito:'Se incontri un picchiatore per strada che ti intima di farti piu' in la', è giusto rispondergli con garbo, o è meglio tacere?'

mercoledì 10 ottobre 2007

TAGLIATELLE


TAGLIATELLE

A Rimini, si sa, la tagliatella conta quanto il quijote-si scrive cosi'?- per le popolazioni andine.
Davanti ad un piatto di tagliatelle per il riminese la realtà si dilata, i contorni degli oggetti sfumano,le tragedie del mondo si aggiustano,e cosi' i grandi amori.
Alla tagliatella è difficile resistere.La tagliatella è mamma, signora e padrona, meglio se insaporita con un sughetto di scampi e canocchie.
Rimini potrebbe essere una città di grande respiro, ne ha tutti i numeri.
Ha sofferto, nella storia passata,ha partorito geni, ha due o tre reperti artistici di grande qualità-Il tempio malatestiano, per esempio-
Rimini è una bella città,con il profilo vicino dei colli, e questo mare,ampio, domestico,presente.
Eppure resta una città cosi' cosi'.
Che sia colpa della tagliatella?

martedì 9 ottobre 2007

SCHEGGE DI GUERRA VOCI DI PACE







PACE.

Retorica del vocabolo,i pacifisti, le marce della pace.

Nel 2003 i tam-tam dell'imminente guerra in Iraq arrivavano a scuola,avevo curato,sostenuta da alcuni amici, una piccola antologia,'Schegge di guerra, voci di pace'.
Che faticaccia,assemblare le parti-tre: una dedicata ai ragazzi, una ai 'classici', una a voci di concittadini, artisti e testimoni di guerra-,correre in tipografia, trovare il coraggio di inserirla a scuola,con i giusti toni. Un piccolo libro prezioso che ha girato per la città,-un volume è anche alla Gambalunghiana- e in altre città.Sarebbe bello riprenderlo, aggiornarlo, magari con una veste editoriale nuova,con nuove collaborazioni,con nuove idee.
Sarebbe bello,ora.

PACE.

Rimini, ottobre 1953, una tragedia civile sconvolge la città,scoppia una cisterna contenente combustibile militare.Sono trascorsi solo otto anni dalla fine dell'ultimo conflitto mondiale , e quell'enorme deflagrazione per la gente è ancora guerra.
Avevo riletto l'episodio in chiave narrativa, dedicandolo alle vittime civili di tutte le guerre,con il titolo:'Segreti militari'
Ricopio un piccolo passo finale:

'......Neve bianca,neve dolce e soffice,neve allegra e ballerina.Cade un fiocco leggero sulla pelle del bambino di pochi mesi,gli scivola sulle labbra,si fa gocciolina d'acqua,lui si sveglia e si guarda attorno,gli occhi sgranati, stupiti,pieni di tutto quello che esiste.Riprende il lavoro quotidiano della città,che copre la ferita, ripara,dimentica,sfugge al dolore della memoria.Sotto la coltre bianca si preparano le gemme,si prepara il seguitare delle stagioni,la primavera e poi l'estate, e gli amori nascono e finiscono agli angoli dei bar,nelle balere che riaprono indiscrete.
Domani, sotto la paccottiglia melmosa e sudicia ricompaiono le cose:i mattoni sgretolati,il dubbio di un segreto, il lavoro necessario, tutto quello che non sappiamo'

lunedì 8 ottobre 2007

GRILLIPARLANTI


Siamo tutti grilliparlanti.
Bla,bla, bla...le parole ,inflazionate, ci invadono.Talk-show,messaggi, spot,consigli,guide,giudizi,moniti,si comunica la comunicazione,si organizza il messaggio, si compra e si vende l'etere.
Pillole di pseudo-buon senso si comprano ovunque, dal farmacista e dal fruttivendolo.Nei fascicoli in vendita in edicola e nelle riunioni di condominio,al supermercato e al semaforo.
Che fare, per trovare il bandolo di questo bel garbuglio?(un bel 'gliuommero', per dirla con Gadda).
Forse usare l'odorato, come i cani da tartufo.
Annusare l'onesta' .
E per il resto, che il cielo ce la mandi buona!

domenica 7 ottobre 2007

STOCONLEBALENE


7 ottobre 2007, data di inizio del mio blog.
Mi sono decisa.
'Stoconlebalene':non ci ho pensato su neanche un attimo, era il mio titolo.
Ad una balena ho dedicato il mio primo libro,-diro' poi di questi miei libri-balena evocatrice di storia, di affanni della povera gente, ma anche di miti narrati.
E poi, chi mi conosce sa quanto ami il mare.
Non so se è perche' sono nata a Rimini o perche' sono nata di marzo.
Perche' un blog?
Bella domanda.
Intanto,per esserci, anche se sospesi nell'etere.