giovedì 24 febbraio 2011

LE MANI SULLA CITTA'


Con riferimento alla ormai popolare conoscenza su appalti,rituali,clan,mafie et similia di casa mia(cioe' Rimini e paeselli limitrofi, V. anche titoli di prima pagina della stampa locale odierna ),mi chiedo stralunata:

-Ma quante volte avro' preso un caffe' in un bar di Rivazzurra,luogo-clou di incontri di clan,avendo lavorato a Marebello per circa quindici anni,gomito a gomito con un boss?
-Ma quanta piccola malavita organizzata avro' incrociato all'angolo di strada,a scuola,nel tal negozio del centro ?
-Quante saponette avro' comperato senza sapere che andavo ad ingrassare il Padrino?
- Forse quel tal disagio che prende nella vita cittadina,e si tramuta in malinconia,non è poi una ubbia cosi' individuale?
La verita' è che un po' mi vergogno che la mia citta' sia ridotta cosi'.
E' per me un non-luogo,ambigua collocazione dove tutto accade e niente accade.
Un piccolo deserto dei tartari in versione adriatica.


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