Ricordo un'affermazione ricorrente di mio babbo Guido,che aveva della vita una visione apparentemente fantasiosa,in realta' realistica e coraggiosa.
'Siamo sul pontile di una nave da guerra,sempre '
Gli piaceva ripeterlo anche fuori luogo, quando in realta' tutto all'intorno era solo pace.
Se penso alla vita dei giovani al momento,trovo la pertinenza di questa affermazione.
Vedo un'intera generazione in un grande campo di battaglia,ma al contrario di quello che accade nei film western,qua i rinforzi non arrivano,i 'nostri' tardano,si sono perduti per strada.
Cosi' non resta loro altro che imparare a sopravvivere.
Molti,tanti che conosco, ce la fanno.
Chi ce la fa sara' persona splendida e forse in grado di individuare alcune coordinate del futuro.
Ma al momento è durissima la sopravvivenza:nessuna fiducia nelle istituzioni,un mondo che boccheggia,la rete degli affetti smembrata, gli ambienti lontani dalla natura,'arrancare' è il verbo piu' coniugato.
Eppure,so che il gioco del coraggio è possibile e porta salute e,insieme alla salute,energia rinnovabile,dall'interno del cuore,contagiosa,contagiosissima.
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