domenica 14 novembre 2010

MA PER FAVORE LASCIAMO STARE LE FAVOLE




Mi scuso con MASSIMO GRAMELLINI,che stimo corsivista sagace e giornalista onesto.


Ma il suo esordio narrativo, 'L'ultima riga delle favole',per i tipi di Longanesi,-capitatomi in mano per caso,prestato da un'amica- mi ha decisamente stravolta.
Devo subito essere sincera,cosi' mi tolgo il dente:
questo libro mi pare la quintessenza di un genere narrativo che ho sempre relegato in un mio personale 'indice',per dirla con un francesismo,del genere 'c.' integrali.
Ora,o io mi sono rincitrullita a tal punto che non riconosco piu' un pero da un melo-come nella famosa storiella popolare-;o Gramellini si è semplicemente divertito con successo e gli è andata bene.O....?Non lo so.
250.000 copie:'Imparare ad amare e a essere amati',recita la striscia promozionale.
Cosi':un tale,Tomas,depresso e sfortunato in amore-che' ,da noi in Romagna si direbbe: 'fortunato in amor non gioca a carte'-si insacca in un improbabile luogo,detto'TERME DELL'AMORE', e li' tra saune metafisiche e segnalazioni esoteriche trova l'anima gemella,forse sul bordo di una piscina.
Ora,io dico:ma la' a Torino,oltre a contestare Amos Oz perche' lo sanno loro,come la pensano'esattamente' su questo quesito:
'dove sta la letteratura di qualita''?
Mi pareva una terra esperta,e come.
E non solo di 'c'. esoteriche

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