Sto per 'recensire' un libro di Donna Tartt,considerata la prima scrittrice americana vivente.
Una noia,l'ho finito perche' la professoressa che è in me me lo ha imposto.
Lei,la Donna,occhieggia,da complessata americana, la cultura decadente letteraria europea,a cominciare da quel Raskolnikov dostoevskjano di 'Delitto e castigo',con sbavature verso i 'grand guignol' del teatro elisabettiano.
Una roba da tirarsi su il morale proprio,con questi viziati collegiali del Vermont che uccidono uno di loro quasi per caso.
C'è da dire che scrive benissimo,questo si'.
La metto in controluce al panorama giovanile di bevute,risse,sballo che mi si para davanti in continuazione.
E dico che la prossima volta che ne incontro uno stralcio,magari nei corridoi di scuola,dico a tutti.
'Signori,grazie tante ,ma tolgo il disturbo,magari me ne vado ad Honolulu,come quel mago Merlino'
Perche' questa 'contaminazione 'di temi?
Bella domanda.
sabato 24 gennaio 2015
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