Devo-si fa per dire,il 'devo' è sempre relativo-fare,a scuola un 'memo' di un'ora con tre quinte di circa trenta ragazzi l'una(per una signora di sessantadue,con la pensione pronta e una vita reale ,piu' altre due classi, non è niente male come candidatura all'infarto) sulla Prima guerra mondiale.
Ho avuta l'idea, ho affisso un foglietto con un programmino veloce,cinquanta minuti in tutto, ad un armadietto . Sta li' miserello,appiccicato con lo sputo.
Ogni tanto dico una frasetta,ma c'è il delirio collettivo dei registri elettronici e cartacei,fotocopiati e teletrasmessi ,piu' tutto il resto solito.Frustrazioni,verifiche,voti, la solita broda, tutti che passano,concionano,guardano e non vedono.
Spesso apro le finestre per respirare e guardo fuori,cercando di focalizzare uno squarcio di cielo.
Io speriamo che me la cavo .
Saltiamo a pie' pari. Vorrei sottolineare qui lo splendido articolo di Enzo Bettiza su 'La Stampa' di oggi,che recensisce il libro di F.Illies,'1913',Marsilio.
'.....
Insomma non è facile catalogare il 1913.Il meglio che si possa pensare è che fu l'ultima sosta,la piu' fragile,prima del salto nel vuoto e nel nulla.
......'
Erano cento anni fa.
domenica 17 novembre 2013
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