giovedì 1 settembre 2011

SCUOLA DI SCRITTURA/LA LEZIONE DI QUENEAU


Scoprii Queneau a meta' degli anni settanta,lessi con allegria 'L'Icaro involato' e 'I fiori blu'.
Poi mi capito' di non avere l'opportunita' di approfondirlo in sede di post-laurea perche' il docente che mi seguiva mi dirotto' su 'cose piu' utili a tutti'(cioe' a lui,gli schedai non so quanti fascicoli di una rivista noiosissima su cui lui lavorava,piuttosto che svolazzare sulle mie intuizioni).
Lo riprendo come anziana lettrice libera,e mi diverte sempre.
Vorrei solo aggiungere un'idea a tutto quello che dice Calvino traduttore de 'I fiori blu' nella post-fazione.
Quel Cidrolin ,alter ego del Duca d'Auge, mi porta l'aria di Parigi,la Parigi dei barconi sulla Senna,della sgangheratezza,meravigliosa e guizzante della liberta' del pensiero.
Che fortuna,che fortuna,mi dico,essere arrivata a questo punto ed apprezzare l'imprendibile sberleffo di Queneau.
Soprattutto se mi guardo attorno,nei luoghi di lavoro e di 'civile'(....)convivenza,mi ripeto:
'Che fortuna davvero'.


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