Ci vuole coraggio ad ascoltare i ragazzi.
Ne capitano di storie,figurarsi quante.
Puo' capitare che un ragazzo racconti di essere parente di un detenuto per delitti di camorra.
Non pentito.
Bisogna essere pronti a questo e ad altro.
Che si fa?
Niente.
Si ascolta e poi si saluta,anche se il racconto va avanti, in pubblico,e rivela quello che credevamo una favola.
Che mezza Italia è collusa,che ci sono territori inimmaginabili di omerta' e di vuoto del diritto. Nella lucida ragione di un quindicenne entra l'inimmaginabile.
Non si pensi che le 'favole' di Roberto Saviano siano letteratura.
Sono reali.
Ci vuole coraggio, a guardare negli occhi ad un futuro a cui non basteranno due o tre generazioni per uscire da un modello antico di 'protezioni' e favori feudali.
Puo' capitare in un giorno qualunque, mentre si vorrebbe pensare ai casi propri.
Andare dal parrucchiere, curare i fiori del giardino o divertirsi con la carta scritta.
Ci vuole coraggio a dirlo,senza scomporsi troppo,senza farne un evento narcisistico, di autoproclamazione di parole.
E' un po' come essere in guerra,e cercare da soli il meglio,con il domani che incombe, e giudica,passo dopo passo.
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