Solo una(a questo punto) provvidenziale forma para-influenzale mi ha permesso di mettere un po'di ordine in tante scartoffie dimenticate da almeno un quindicennio.
Spunta un libro impolveratissimo, un regalo di compleanno degli ormai lontanissimi anni novanta,verso la fine.
MARIA GRAZIA CHERCHI,
'Scompartimento per lettori e taciturni', Un.Ec.Feltrinelli
Dalla prefazione dell'amico Giovanni Giudici:
'...Di noi sapeva tutto,quasi tutto.
niente, quasi niente noi si sapeva di lei.In fondo ci faceva comodo pensare ad un'intelligenza senza problemi.
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'Chi m'accompagnera' per campi?-suona un verso di Ungaretti-'A chi telefonero' stamattina?'
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Rigorosamente laica nel pensiero, aveva in se' ben viva la virtu' cristiana per eccellenza,la Carita' e,insieme ad essa, quella quella pieta' che nasce dal senso comune di una ben vigile ironia.
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...era una donna autenticamente italiana:assolutamente negata ad ogni forma di praticità,sapeva essere (e non troppo segretamente)romantica e sentimentale.
Non per nulla aveva scelto per una sua rubrica un titolo un po'pucciniano:'Un po'per celia'
......Mi accusava di non mangiare e non di rado mi costringeva ad accettare in dono, quando ero solo a Milano,avventurose cibarie.'
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Il libro raccoglie interviste e recensioni di Maria Grazia Cherchi,gia' fondatrice della rivista 'Quaderni piacentini', editor e consulente di narrativa,giornalista su 'Linus', 'Il Manifesto','Panorama, 'Millelibri' e l'Unita'.
Morta nel 1995.
Prezioso mosaico di una biografia che non puo' essere dimenticata.
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