domenica 16 agosto 2009

LE CITTA'INVISIBILI 3/ BOLOGNA REALE




Reale.
Non nel senso di regale, ma nel senso di concreta.
Bologna che di Ferragosto, lascia emergere la sua onda civile,la sua anima politica,l'appartenenza.
Spuntano dalle pietre calde di Piazza Maggiore anziani soli e ben tenuti.
I piu' svagati si lasciano andare a piccole concioni a favore dei cani.
'Dopo aver conosciuto gli uomini, si deve amarli'.
L'ultimo episodio di malacitta'-il vecchio massacrato di botte-li ha messi tutti in fila a combattere,li ha tolti dall'ombra,ne ha fatto un coro.
I piu' agguerriti parlano del mondo, sui modi dei vecchi bolognesi partecipativi , all'ombra delle due torri.
Bologna a Ferragosto è vuota e pulita,tirata a lucido come una dama ad un pranzo di gala, accattivante nel suo splendore.
Ti fa venir voglia di studiare,di andar per mattoni e vecchie pietre, per chiese-bellissime, tutte-a fermare il tempo perduto.Ma anche di stare a far niente.Oppure a scovare come investigatori l'antica traccia delle acque,la parte fluida di una citta' di terra.Un reticolo perduto e ridotto al sottosuolo.
Le chiese.
Santo Stefano, San Domenico, San Francesco, una litania preziosa e amalgamata tra i mattoni e il cotto, su su fino a San Luca,il piu' amato,l'amico dei dolori e delle gioie.
Bologna la pragmatica.
Che al Santo Petronio ,protettore, ha fatto l'occhiolino sintetizzando civismo e pietas religiosa, in uno splendido connubio ideale di buon governo.
Regno degli spazzini solerti,in nessun altra citta' del mondo cosi' coscienziosi.
Bologna delle solitudini che si governano con dignita'.
Piu' ricca di Parigi, piu' bella.
Bologna la rossa,che si lascia deturpare dal piccolo manipolo di diavoli allucinati e tutto sommato li assorbe,cosi' come le grandi turbolenze storiche che la hanno percossa.
Bologna, e dietro ad una serranda abbassata va una vecchia radio.
Segna il tempo, e non ha paura.
Bologna cosi' bella,abbandonata da chi fa rumore.

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