lunedì 8 ottobre 2007

GRILLIPARLANTI


Siamo tutti grilliparlanti.
Bla,bla, bla...le parole ,inflazionate, ci invadono.Talk-show,messaggi, spot,consigli,guide,giudizi,moniti,si comunica la comunicazione,si organizza il messaggio, si compra e si vende l'etere.
Pillole di pseudo-buon senso si comprano ovunque, dal farmacista e dal fruttivendolo.Nei fascicoli in vendita in edicola e nelle riunioni di condominio,al supermercato e al semaforo.
Che fare, per trovare il bandolo di questo bel garbuglio?(un bel 'gliuommero', per dirla con Gadda).
Forse usare l'odorato, come i cani da tartufo.
Annusare l'onesta' .
E per il resto, che il cielo ce la mandi buona!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Benvenuta tra i bloggere buon lavoro.

Tra le tante cose di cui non si parla in mezzo al vociare di cui giustamente scrivi, ce n'è una che mi è saltata in mente leggendo in un blog la questione dei bamboccioni (TPS).

In Italia c'è un fenomeno preso poco sul serio: il nonnismo. Non nel senso antico degli scherzi da o di caserma.
Ma nel senso del potere dei nonni.
Potere delegato dalle famiglie che ne hanno bisogno, per i motivi che conoscono tutti.
Potere che si trasforma in un condizionamento psicologico dei nipotini che, se non vengono viziati, cade il mondo.
Basta vedere i quasi neonati al supermercato che reclamano dalla nonna la merendina 'supergrassa', e la ottengono immantinenente senza nessuna opposizione.
Non ci sono più le nonne di una volta, che i dolci li facevano in casa facendo risparmiare al portafoglio ed alla salute...
Non prendetemi per un passatista. Ma pensate anche a tutti i cambiamenti che avvengono, e dei quali i signori ministri non parlano perché loro in casa con gli stipendi che si ritrovano, hanno baby sitter e cameriere, e non hanno le necessità di noi gente comune.
Quasi 50 anni fa il mio professore di Pedagogia all'Università, Giovanni Maria Bertin, scriveva in un trattato sul carattere, che la maturità di una persona si vede da tre scelte: politica, professionale, matrimoniale.
Dobbiamo credo renderci conto di come sono inguaiati i giovani di oggi tra lavoro precario od assente, mille partiti che cantano al vento, ed un'idea di famiglia ancora da definire: non è quella dei nonni (ferrea), né quella dei padri (di certi padri o di certe madri del '68) libera, libertina, da «comune» come dicevano allora i 'cinesi' (da non confondere con Cofferati di oggi).
Come giudicare maturo un giovane oggi?
Che cosa scriverebbe un pedagogista oggi in un trattato come quello uscito 50 anni fa?

Antonio Montanari

Anna Rosa Balducci ha detto...

Per rispondere dovrei tracciare un minimo comune denominatore tra i tanti giovani che conosco,cioe' fare una operazione teorica,sempre un po' approssimativa.A pelle,un giovane è maturo se non lo sento in pericolo,se mi da una qualche sicurezza,se so di potergli lasciare la mia casa, per esempio,se so che va in auto con prudenza, se mi da la sicurezza di due o tre principi posseduti.Il resto è sociologia,cioe' navigazione in questo oceano dell'assoluta precarietà attuale.