mercoledì 5 novembre 2008

OBAMA FOR PRESIDENT


Qua nella periferia dell'Impero laida,grigiastra e cementificata,con tante persone che si ammalano e muoiono per queste colpevolezze ambientali,la stella di Obama passa come una lontana meteora fulgida di speranza.
Obama for president , il primo uomo di colore presidente degli Stati Uniti d'America.
Un brivido ha scosso il pianeta, per questa vittoria.
Si apre con questa presidenza un tempo simbolicamente nuovo,che ci vede vincenti sui i tempi bui dell'apartheid e dei diritti negati e insieme proiettati nel futuro , nel sogno possibile.
Non sono in grado di fare sottili analisi,la storia è sempre complicatissima, la modernità nasconde i suoi fantsmi cattivi , sono solo contenta di questa cosa e vorrei essere da qualche parte a festeggiare.

Auguri di una presidenza saggia a Barak Obama.

martedì 4 novembre 2008

QUESTO QUATTRO NOVEMBRE


Questo Quattro Novembre 2008 è un giorno piovoso e grigio.
Della sua veste di giornata di festa delle Forze armate, ho alcuni dati di cronaca ordinaria:
che lo Stato italiano ha speso sei milioni di euro per commemorare l'esito della Prima Grande Guerra,non so esattamente come;
la parata militare in Piazza Cavour, a Rimini,questa mattina, ore undici e quindici
C. ,una amicia che per telefono, tra le altre cose, mi dice del discorso fatto dal Presidente Napolitano,bello.

Per il resto, quello che penso di milizie e guerre e armi è che il Novecento ne aveva segnato lo spartiacque metafisico:per la prima volta era stata possibile un'idea di storia costruita sulla definizione della pace.
Ricordo, con don Lorenzo Milani, che 'l'obbedienza non è una virtu'.

'......ci presentavano l'impero come una gloria della Patria!Avevo 13 anni.Mi par oggi.Saltavo di gioia per l'Impero. I nostri maestri s'erano dimenticati di dirci che gli etiopici erano migliori di noi.Che andavamo a bruciare le loro capanne con dentro le loro donne e i loro bambini mentre loro non ci avevano fatto nulla.
Quella scuola vile,consciamente o incosciamente,preparava gli orrori di tre anni dopo.Preparava milioni di soldati obbedienti.Obbedienti agli ordini di Mussolini.Anzi,per essere piu' precisi obbedienti agli ordini di Hitler.
Cinquanta milioni di morti.'


(Don Lorenzo Milani, da 'L'obbedienza non è piu' una virtu')

sabato 1 novembre 2008

IL GIOCO DEGLI AFFETTI


Il gioco degli affetti è la rete di protezione che ci permette di passeggiare nel mondo senza smarrire tutte le bussole.
Altrimenti, grandi o piccoli,siamo costretti a girovagare come randagi, in cerca di sollievi momentanei con il rischio di prendere lucciole per lanterne,quando va bene.
Fili misteriosi e potenti ci allacciano alla vita e ci danno l'interpretazione di tutto quello che accade.
Quando la batteria degli affetti è scarica giriamo a vuoto, facciamo strani rumori, perdiamo del tempo prezioso.
La sostanza degli affetti da corpo al correre dei giorni, è riconoscibile da chi passa, chiunque passi si puo' accorgere se una persona è affettivamente a posto, in qualche modo amata,capace di dare/ricevere con creativo intendimento .
Le parole sono vuote, quando non pescano nella realtà degli affetti.
Vari surrogati si sostituiscono a reti naturali, positive, tradizionali o no poco importa,la differenza sta tra il surrogato e la realtà.
Come si puo' riconoscere il movimento di una persona che parte da una solidità affettiva e si agita nel mondo dal movimento vacuo di chi tira colpi a vuoto?
A naso, direi.Per intuizione, per empatia,per traslazione osmotica.
Ci sono intuizioni che è difficile cacciare via.
Rapporti umani distruttivi,'in sofferenza' lasciano terra bruciata.
Altri, apparentemente bislacchi, vanno al fondo delle cose con naturalezza e vincono sul mondo.
Chi parte da un cuore generoso costruisce,giorno dopo giorno.
Se penso ad alcuni movimenti 'storici', nati per pulsioni indiscutibilmente necessarie, poi trasformati in orribili conventicole di rancidi predicatori autoreferenziati, mi viene di nominare questa solidità di affetti mancante.
Poi ci sono alcuni smarrimenti che è lecito portarsi appresso,quelli non ce li toglie nessuno.

Ieri sera mi è capitato di incontrare un gruppo di ragazzini che festeggiava questa festa di importazione celtica, tutti vestiti da fantasmi e quant'altro.
Erano gli stessi che nelle scuole avevano dato bella prova di se',ma nella serata si erano traformati in pedissequi frequentatori di alcool da strada e di disordini senza regola.
Fragilità di bambini, io stessa che passavo di li'li guardavo come una pallapersa, per casi miei.

Il riconoscimento solido e dignitoso degli affetti è una gara dura, una pratica sconcertante e difficilissima, ahinoi.
Non ti molla,neppure se passi in una piazzetta anonima, ti gira malino e vorresti che un gancio ti sollevasse verso un attico ricco di buoni rapporti, di eleganza, di giusti riconoscimenti ,di odori e sapori benefici.






mercoledì 29 ottobre 2008

SCIOPERO/SCUOLA


Domani scioperero' perche' credo molto piu' nei ragazzi che negli adulti che li governano.
Se questi ragazzi, nonostante questi adulti, sono riusciti ad organizzare quello che vediamo in questi giorni, anche negli istituti piu' deculturati e dequalificati, a balbettare una grammatica stentata per la comprensione del mondo meritano che io regali loro il prezzo intero di una giornata lavorativa.
Sono stati capaci di un tentativo rozzo, infantile la piu' parte, ma sincero di organizzarsi e di parlarsi.
Questo è quello che ho visto in questi pochi giorni. e giuro che non lo credevo possibile.
Credevo che con gli adulti che si ritrovano questi ragazzi non avessero piu' anima,invece è evidente che in loro qualcosa rimane, nel fondo della loro botte,si deposita, sedimenta,fermenta,gorgoglia,vuole dirigersi al futuro.
Ed inoltre, sciopero perche'non esiste che in una democrazia si intervenga su un mondo cosi' ampio e importante come la scuola per DECRETO,utilizzando il metodo della scure, in modo indiscriminato.
Riporterei qui volentieri le parole di C.F.,vecchia maestra elementare a riposo con cui parlavo ieri.
Una leonessa della scuola,che ha ancora le idee chiarissime;lei sostiene che questo 'ritorno' non è possibile, non si bypassano vent'anni di esperienza metabolizzata, ed inoltre la creazione di queste 'figure' collaterali,di serie C, fara' precipitare il tutto nel caos,aggiungendo approssimazione ad approssimazione.
Su tutte le altre questioni vedo questa legge feroce del taglione.
Se di pulizia c'e' necessita',sono la prima ad ammetterlo, occorre semmai potenziare l'intelligenza, l'autorevolezza dei dirigenti, che sappiano operare dei 'distinguo' coraggiosi.
Ma sono già fuori dal linguaggio di un blog.
Purtroppo devo ammettere che vedo nella classe insegnante una stanchezza, uno sconcerto, .
Non è con questi 'capitani' che si governa il futuro dei giovani.
E poi la vergogna del nepotismo.
Quello che mi incanta in una sorta di paralisi è quando sento dire:'Ma tanto il tal posto' è gia' assegnato-in sede post-universitaria, intendo-e l'ho sentito piu' volte in questi giorni.
Segno di questa palude dove i giovani rischiano di marcire,dove si fanno tante chiacchiere e tutto cambia perche' nulla cambi.

No, non è cosi' che funziona.

Domani, signorina Gelmini, staro' acasa con una certa fierezza, tutto sommato.




lunedì 27 ottobre 2008

VADEMECUM AUTOGESTITO




Piccolo vademecum per insegnante di media stazza da utilizzarsi durante il tempo 'autogestito' dei ragazzi, ,al di la' della barricata.

Rispondi:
- Stai dalla loro parte, c'è in te un Peter Pan duro a morire, un sessantottino sepolto sotto tonnellate di detriti che si risveglia al primo scricchiolare di megafono, corri insomma il rischio di 'partecipare', con gli occhi lucidi, ai loro assembramenti?-
Se si', ne parliamo dopo, perche' è una cosa peggiore di quanto sembri ; se no,segui la traccia:
a-quante ore hai? Due piu' buco piu' due? Son problemi.
Due solo o tre in fila? Un po' meglio.
b-la regola prima è evitare il /i capannello/i di colleghi dove si parli di malattie, crisi di coppia,tribu' di parenti da accudire,depressioni,sciatalgie,il graffio nella utilitaria nuova e via discorrendo
c-la regola seconda è trovare un buon punto di stazionamento temporaneo:potrebbe essere fronte-finestra,luogo sempre adatto all'osservazione del mondo
-regola terza:adattarsi ad un'amabile colloquialità.Fa sempre bene al cuore. Suggerisco temi agresti, culinari,l'infanzia, che non fa mai male.
-regola quarta:nascondere le proprie sociopatie.Sconsiglio di appartarsi con l'ultimo romanzo da duemila pagine che si trascina da mesi,fa brutto a vedersi
-regola quinta :non buttarla in politica,ne' in criteri didattici,ne' in piccoli progetti,non è piu' tempo
-regola sesta:tenersi sulle generali, torna sempre comoda la lamentazione sul futuro:ahinoi!!!!
Quale futuro ci aspetta! E i giovani, poveretti!

Dopodiche', finito il'servizio', si puo' cominciare a ragionare:allora,per l'allegria che puo' scattare come passione, data l'eta' media della categoria, occhio agli sbalzi di pressione,che' di vita ce n'è una sola

domenica 26 ottobre 2008

GNUOMMERI


Leggevo stamattina un articolo a proposito di lettere inedite di Carlo Emilio Gadda.
L'ingegner Gadda mi ricorda:
una bellissima lezione di Mario Petrucciani, ascoltata a metà anni settanta a Urbino, dove frequentavo, dopo la laurea a Bologna, una Scuola di Letteratura biennale.
Il tema era i letterati e la scienza.
Poi:il bofonchiare poco convinto del professor V.,preside dell'Istituto tecnico-fronte mare dove avevo un incarico, metà anni ottanta,finalmente a casa,dopo le valli trentine e la bassa modenese.
Il professor V.,gia' mio insegnante di Liceo, quando vide che volevo dare ai ragazzi dei temi su Gadda storse il naso :-Ma via, troppo raffinato!!-disse
Lui, che raffinato nelle Lettere lo era di sicuro, guardava obliquo quei tempi ancora ricchi.
E poi:il GLIUOMMERO. O GNUOMMERO.
Accidenti che bel concetto.
Il Commissario Ingravallo, protagonista di 'Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana' sa che la realta' si attorciglia li', in quell'indistricabile nodo para-metafisico, con-causale,de-ontologico ,ma reale,il dannatissimo imbroglio.
Ma soprattutto, e questo è uno spasso,il raccontino 'La tigre reale'.Bellissima presa per i fondelli di tutti gli psichiatri, anzi della psichiatria in blocco.
La trama è questa:consapevoli che le nostre nevrastenie si fondano su antichi traumi infantili ,si scopre che il vero grande Trauma che capito' al piccolo protagonista fu l'aver pestato una....si',una di quelle enormi'marmellate' che sovente stanno qua e la' nei parchi,metre era impeganto a giocare al gioco della 'tigre reale'.
Detto cosi' sembra una banalità,ma quando lo racconta Gadda si trasforma in una chicca da gran signori,lasciando intendere possibili 'pastiches' linguistiche da brivido.
Anche se la parola-chiave è ineqivocabilmente 'quella'.

sabato 25 ottobre 2008

COSA E' UNA FAMIGLIA


Sto per fare un fervorino del sabato, una specie di predicozzo da anima bella?
Speriamo di no, non è il mio genere.
Pero' a parlare di famiglia, volendolo fare,il rischio c'è.
Parlavo con una mia cognata, reduce da un giro a Berlino:la' è l'impero dei singles, cosa del resto arcinota,registrata cosi', senza inflessioni emotive.
Vada per i singles ad oltranza, nella futura modernità, e pace all'anima.
Quello che penso di onesto sulla famiglia è che il problema siano gli individui.
Bella frase, vero?
Piu' facile da scrivere che da vivere, pero'.
L'altra consa che penso è la questione del rischio, del'ambivalenza:cioe', nel correre dei giorni la vita, dipanandosi, mette sui due piatti della bilancia l'eternità e l'effimero, il gioco possibile e quello stabilito.
Il patto matrimoniale, i vari patti possibili in convivenze diverse?
Una verifica,oscillante tra questi due poli.
Anche questa una gran bella frase.
Credo che la famiglia si faccia solo a partire dalle persone, che si scarnificano nel gioco quotidiano della tenerezza ma anche del contraddittorio.
Non vedo soluzioni.
Poi,volendo, anche occasione di divertimento, di convivialità, di bel tempo passato in compagnia.

Immagini e immagini di famiglia.
Accantoniamo tutte queste parvenze, patti fragili, smarrimenti ,che vedo,famiglie malandate e inconsistenti, andiamo a quei pochi esempi che rimangono.
Situazioni diverse, fili sottili che si intrecciano , tanto di casualità,riferimenti antichi che stanno a fare l'occhiolino.
Ancora una volta, quello che rimane sono le persone, e la loro irripetibile, misteriosa, coraggiosa individualita'.
Che talvolta hanno la fortuna di vivere affinita' elettive, destini incrociati,talaltra no.
Tante volte si caricano di errori, le scelte sono non perfette all'origine,quella cosa che è l'amore o il gioco ipnotico delle situazioni si perde e si sfilaccia nella pratica dei conti di casa e dei letti da rifare, e delle decisioni da prendere.
Insomma cosa è la famiglia?
Una zattera provvisoria, un'idea di Grande Casa di tutti gli uomini, un piccolo salvagente trovato cosi', tanto per superare le tempeste ?
Io ci ho creduto, ci vivo in questa definizione, ma la mia è una storia personale.
Di storie personali è pieno il mondo, tante quante sono le persone che lo abitano.
Siamo qua per azzardare dei tentativi onesti.